Ocean Ark, nave per piscicoltura offshore. È una vera e propria “arca” semovente che alleva pesci in gabbie di rame, offrendo un approccio totalmente nuovo alla piscicoltura. Il suo obiettivo è rivoluzionare il settore migliorandone diversi parametri: la salute dei pesci, il comfort dell’equipaggio e l’immagine del comparto stesso.
Ocean Ark, questo il nome della nave, un progetto cileno concepito da Ocean Arks Tech of Chile (OATECH), ha ottenuto dal Registro Italiano Navale (RINA), società che provvede alla classificazione delle imbarcazioni e alle loro procedure di sicurezza, l’approvazione in AiP.
Nella veste di trimarano semovente, assistito dall’intelligenza artificiale, a basse emissioni, di 170 metri di lunghezza e 64 metri di larghezza, con gabbie autopulenti in rame che aiutano a tutelare la salute dei pesci, la nave si avvale di accordi, per la sua costruzione, con una serie di cantieri che includono le holding China Merchants Industry, Tersan e CIMC Raffles. Tra i punti di forza della nave, la capacità di essere dispiegata lontano da ondate di calore marine, fioriture di alghe e tempeste, e la capacità di produrre pesce di qualità superiore aumentando la produzione mondiale di proteine senza crescenti pressioni sugli stock selvatici, sugli habitat costieri o sulle risorse idriche terrestri.
“Abbiamo applicato tutta la nostra conoscenza ed esperienza nella progettazione, ingegneria e sviluppo di questo superyacht agricolo Ark, compresa la modellazione dinamica e statica che testa la resistenza alle onde – ha spiegato Rodrigo Sanchez Raccaro, fondatore di OATECH – Le navi offrono un solido piano aziendale per la produzione di pesce. Questo allevamento ittico di superyacht è stato progettato per operare in mare aperto, dove sono presenti le migliori condizioni per il pesce. Questa tecnologia consente la produzione a bassa densità di pesce più sano e di qualità superiore a costi inferiori rispetto ai sistemi di acquacoltura offshore, terrestri e costieri ora disponibili“.
“Questa è una nave insolita – ha affermato Patrizio Di Francesco, Marine Principal Engineer del RINA per l’Europa nordoccidentale – Il suo AiP rappresenta una pietra miliare sia per l’industria della piscicoltura che per la classificazione delle navi non convenzionali. È un approccio innovativo alla raccolta sostenibile del pesce per aiutare a garantire la sicurezza e la sovranità alimentare e che potrebbe rivoluzionare la piscicoltura per il futuro“.