La Commissione pesca del Parlamento europeo ha adottato formalmente ieri il piano pluriennale della pesca per il Mediterraneo occidentale. Il piano interessa gli stock demersali, tutte quelle specie che vivono sul fondo marino, come nasello, triglia, gamberetti, gamberi e scampi.
Gli eurodeputati della commissione pesca si sono pronunciati con 15 voti a favore, 6 contrari e due astensioni, facendo seguito all’intesa politica raggiunta precedentemente dai negoziatori del Parlamento, del Consiglio e della Commissione europea. Ad inizio marzo dovrebbe arrivare l’imprimatur dell’Assemblea plenaria.
Il piano che ha l’obiettivo di gestire le catture in maniera da garantire che le risorse ittiche mantengano la loro capacità di riproduzione, interessa principalmente i pescherecci italiani, francesi e spagnoli. In base agli ultimi dati Ue sono infatti interessate a questa attività ad alto valore commerciale, circa 10.900 imbarcazioni, per il 50% italiane.
Alla gestione delle catture attraverso le quote si preferisce far leva sullo sforzo di pesca basato sul numero di giorni in mare, sulla riduzione della capacità di pesca o su periodi di fermo. In relazione allo sforzo di pesca è stata stabilita una riduzione massima del 10% nel primo anno e al massimo del 40% in 5 anni.
Il piano interviene anche sulla protezione degli habitat sensibili, la sostenibilità sociale della piccola pesca, la tutela delle specie di maggior interesse biologico e commerciale.