Abbattimento sforzo di pesca, selettività del prodotto, tutela della risorsa, tracciabilità, novellame, quante volte a abbiamo sentito queste parole, e quante volte questi termini sono stati associati purtroppo a decreti o regolamenti restrittivi per il mondo della pesca.
I motopesca sono sempre stati assoggettati come orchi maligni con l’unico scopo di distruggere l’ecosistema ambientale e la risorsa ittica.
Ma i motopesca sono censiti, come è censito il loro sforzo di pesca, ed il relativo prodotto catturato, nulla sfugge al sovrano occhio dell’Europa, numeri ben precisi e aggiornati giorno per giorno.
Ma i pescatori della domenica, sono censiti? Sappiamo quanti lo fanno per diletto, per passione, per stare un po’ di tempo con i figli o con i nipoti? Sappiamo quanto e quale pescato portano a terra? Quante battute di pesca fanno a settimana? Con quali e quanti attrezzi da pesca? Per quante ore al giorno? Sappiamo se il prodotto pescato rispetta i quantitativi e la taglia previste dalle leggi vigenti in corso? Sappiamo quanto di quel pescato va o non va ad influenzare/ledere il fatturato annuo della filiera ittica? Esistono ad oggi Regolamenti restrittivi Per la pesca dilettantistica e della domenica, come quelli presenti per la pesca costiera?
Ora rifacciamo la domanda. Quale pesca realmente danneggia fortemente il settore e non ha controlli alcuni?