L’avvio dell’indagine è stato annunciato dall’attuale mediatore europeo, l’irlandese Emily O’Reilly, in carica dal 2013. “Le famose riunioni notturne dei ministri a Bruxelles sono completamente a porte chiuse e prendono tuttavia decisioni importanti per la sostenibilità degli stock ittici e per i posti di lavoro nelle comunità di pescatori di tutta Europa,” ha dichiarato O’Reilly durante l’annuale conferenza dell’Ombudsman al Parlamento europeo martedì 14 maggio.
La denuncia era stata inviata lo scorso mese dalla fondazione di avvocati ClientEarth, attiva a Bruxelles soprattutto su questioni ambientali. Per ClientEarth, il Consiglio Ue ha preso nel corso degli anni decisioni inspiegabili sulle quote pesca , solitamente fissate ben oltre ogni valutazione scientifica di sostenibilità degli stock.
“Questo è un chiaro monito ai governi degli Stati membri prima di iniziare a negoziare le quote di pesca per il 2020: l’opinione pubblica ha il diritto di sapere se i loro governi stanno spingendo per quote insostenibili che mettono a repentaglio la salute dei nostri oceani,” ha detto l’avvocato Anne Friel in rappresentanza di ClientEarth.
Secondo la fondazione, una maggiore trasparenza incentiverebbe i ministri a seguire i consigli degli scienziati invece che cedere alle richieste dell’industria. “I documenti di riunione del Consiglio devono essere resi disponibili in modo tempestivo e fornire informazioni pertinenti per aiutare il pubblico a capire cosa stanno facendo i loro governi,” ha continuato Friel.
Il mediatore indagherà contemporaneamente anche altri due meccanismi decisionali europei considerati particolarmente opachi: le decisioni dell’Eurogruppo, cioè la riunione dei ministri affari economici dei Paesi dell’area euro, e le posizioni delle autorità nazionali sui rischi derivanti dall’utilizzo dei pesticidi per le api.
Quella dell’Ombudsman o mediatore europeo è una figura istituzionale tipica dei Paesi nordici, riconducibile al difensore civico dell’ordinamento italiano. Può ricevere denunce da qualsiasi cittadino o persona giuridica all’interno dell’Ue e avviare indagini esponendone i risultati in un rapporto da consegnare all’autorità oggetto dell’inchiesta, che avranno 3 mesi per rispondere alle accuse. Alla fine della procedura, il mediatore presenta la propria relazione finale al Parlamento europeo e al denunciante.
Gerardo Fortuna
Foto: CUGNOT/EP