Sulla decisione dell’ICCAT di fissare per il pesce spada del Mediterraneo una quota per il 2017 pari a 10.500 tonnellate, le eurodeputate Renata Briano, vicepresidente della Commissione pesca e Michela Giuffrida, membro della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, hanno da subito manifestato le proprie perplessità, questo per via di una scelta parecchio distante dalle attuali necessità del settore ittico italiano e che rischia di penalizzare fortemente l’intero comparto.
“Chiediamo alla Commissione come intenda garantire che il sistema delle quote per il pesce spada che l’CCAT ha appena individuato non gravi sulla piccola pesca, considerato che le finalità di tutela ambientale del tutto condivisibili del provvedimento avranno rilevanti ricadute economiche su un settore, quello della piccola pesca, già in crisi.”
Con questa interrogazione scritta, Briano e Giuffrida sono tornate ad evidenziare le loro preoccupazioni.
Michela Giuffrida, subito dopo la decisione dell’Organizzazione internazionale per la conservazione dei tunnidi nell’Atlantico e nel Mediterraneo, non aveva fatto mistero di aver sperato nella possibilità dell’adozione di soluzioni meno penalizzanti per i pescatori: chiusure spazio temporali per il recupero degli stock, miglioramento della selettività degli attrezzi da pesca e sistemi di tracciabilità più trasparenti.
Renata Briano dal canto suo si era detta dispiaciuta del fatto che“alle riunioni dell’ICCAT la politica avesse partecipato solo come osservatrice, e che le decisioni fossero state adottate da esperti e tecnocrati. In questo modo, infatti, secondo la Briano, si incentivano sentimenti di diffidenza e una distanza sempre più forte tra chi prende le decisioni e chi le subisce.
“Chiediamo infine – proseguono le due eurodeputate nella loro interrogazione – quali misure compensative intenda attivare a sostegno dei piccoli pescatori per non fare morire un settore che è rilevante per l’economia di alcuni Stati membri e non di molti altri. Ci auguriamo che la Commissione intervenga adesso per evitare, prevenendole, le negative ripercussioni che queste politiche hanno sul comparto della pesca artigianale, così come già accaduto nel caso del tonno rosso. La piccola pesca ha un grande valore economico e sociale che deve essere riconosciuto e tutelato dalle istituzioni europee e nazionali”.
Rimane ora l’attesa per conoscere lo schema di ripartizione della quota tra i diversi Paesi dell’Ue, lo dovrà stabilire l’ICCAT entro febbraio 2017.
Candida Ciravolo