I rifiuti marini sono una preoccupazione globale che interessa tutti gli oceani del mondo. Abbiamo bisogno di cambiamenti sociali, comportamentali e politici per affrontare il problema alla fonte. Le campagne di sensibilizzazione sono parte integrante delle strategie per indurre tali cambiamenti.
In questo senso l’UE organizza la propria campagna annuale di attivismo e sensibilizzazione, #EUBeachCleanup che è una delle sue numerose iniziative contro i rifiuti marini e l’inquinamento. In Italia, una coalizione di società civile, istituzioni locali e parchi ha unito le forze con l’UE con il progetto REMARE.
REMARE “una REte per il MARE”, opera sia in ottica di breve che di lungo periodo, in quanto organizza le pulizie e sensibilizza il grande pubblico. Quattro aree marine protette italiane sono state ripulite dai rifiuti marini con l’aiuto di pescatori locali da quasi 400 pescherecci da Castellabate a Sapri in Campania.
Tutti i pescherecci erano dotati di sacchi per raccogliere i rifiuti catturati durante le loro quotidiane attività di pesca. Ogni nave teneva anche un “giornale di bordo”, dove l’equipaggio registrava le informazioni sul tipo di rifiuto, la profondità alla quale lo catturava, le attrezzature utilizzate e le persone coinvolte. Durante i quattro mesi dell’operazione, i pescatori hanno raccolto un totale di 19 tonnellate di rifiuti marini.
REMARE è stato importante anche nella raccolta di dati preziosi sui tipi e le quantità di rifiuti marini. Tra i rifiuti finiti nelle reti dei pescatori, la plastica rappresentava il 64% del totale. Poi vetro, 8% e attrezzi da pesca e legno, entrambi circa il 4%. Il restante 20% era costituito da materiali diversi: metalli, tessuti, abbigliamento e oggettistica varia. Una volta in porto i rifiuti raccolti sono stati collocati in appositi contenitori forniti dalle società di gestione dei rifiuti municipali in linea con un approccio di economia circolare.
Parallelamente all’effettiva raccolta dei rifiuti marini, il progetto REMARE ha anche svolto un’intensa campagna di sensibilizzazione sui rifiuti marini e ha fornito approfondimenti sui danni che i rifiuti provocano all’ambiente, agli habitat e alle specie marine. Il progetto ha reso possibili degli incontri regionali dedicati che hanno coinvolto gli operatori della pesca e altri soggetti interessati dell’ambiente marino. Sono state inoltre avviate attività di formazione per i pescatori ed eventi di promozione delle attività progettuali. La vera novità dell’approccio è stata la sinergia creata da REMARE: per la prima volta in Italia, tutti gli enti gestori delle Aree Marine Protette della Campania hanno collaborato con cinque associazioni e cooperative di pescatori della stessa regione. “REMARE ha permesso di creare una sinergia tra soggetti che con il mare lavorano per scopi diversi, come le aree marine protette e i pescatori ” – ha spiegato Antonino Miccio, direttore dell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, che sta guidando il progetto – “Questa volta hanno seguito e centrato un obiettivo comune. Non è stato facile [ma] i risultati sono stati incoraggianti, anche per il futuro […] ”
Non sarebbe stato possibile attuare l’operazione senza il sostegno finanziario dell’UE. Per i beneficiari e le aree interessate, il sostegno del Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca ha consentito di raccogliere una grande quantità di rifiuti e di migliorare l’ambiente marino. L’ampia comunicazione degli obiettivi e dei risultati del progetto ha creato maggiore consapevolezza e, si spera, porterà a comportamenti collettivi e individuali più sostenibili ea meno rifiuti marini in futuro. Allo stesso tempo, questa importante iniziativa sostiene gli sforzi di sensibilizzazione dell’UE attraverso la campagna annuale #EUBeachCleanup