Ancora una settimana sottotono sul fronte pesca in Europa, in attesa della riunione in commissione parlamentare PECH del prossimo 20 gennaio e del Consiglio Agripesca di fine mese. Nonostante il Parlamento europeo sia riunito in seduta plenaria a Strasburgo fino a giovedì, c’è molto poco in programma.
Un voto importante è quello previsto mercoledì 15 gennaio su una risoluzione non vincolante che riguarda la politica ambientale di punta della Commissione von der Leyen, lo European Green Deal. Sebbene il testo non sia legislativo, sarà interessante capire quali emendamenti al testo finale verranno aggiunti, in modo da capire la posizione dell’Eurocamera sugli input verdi dell’Esecutivo Ue. La deadline per gli emendamenti è oggi, 14 gennaio a ora di pranzo.
La pesca ricopre un ruolo strategico nell’ambito del Green Deal, come dimostra la comunicazione della Commissione presentata lo scorso 11 dicembre. Si fa menzione infatti degli obiettivi sostenibili relativi alla blu economy, capaci di alleviare la domanda di risorse terrestri e combattere il cambiamento climatico, riconoscendo il ruolo degli oceani in tal senso. “Il settore [della pesca] può contribuire [al lotta al cambiamento climatico] migliorando l’uso delle risorse acquatiche e marine e, ad esempio, promuovendo la produzione e l’utilizzo di nuove fonti di proteine che possono alleviare la pressione sui terreni agricoli,” dice la Commissione nella sua presentazione.
L’Esecutivo Ue ha inoltre rinnovato proprio nel Green Deal il suo approccio di tolleranza zero verso la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata. Sempre nel Green Deal è inquadrata la nuova politica alimentare europea, la Farm 2 Fork strategy (letteralmente dal campo alla tavola) che riguarda naturalmente anche la risorsa ittica. Tra gli altri obiettivi, anche la riduzione dell’impatto che la pesca può avere sull’ecosistema e l’indirizzamento del 30% del prossimo Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) all’azione climatica.
Sempre mercoledì mattina si terrà una conferenza stampa contro la strumentalizzazione politica della proposta di un nuovo sistema di etichettatura, il così detto Nutriscore. Di recente, anche il leader della Lega Matteo Salvini ha attaccato il sistema che attribuisce un punteggio al prodotto penalizzando i cibi ad elevato contenuto energetico, di grassi saturi, di zucchero o sale e premiando la presenza di fibre, proteine e percentuali di frutta e verdura
Benché cibo sano, il pesce non sempre ottiene il semaforo verde, specie se trattato. Le sardine in scatola recano la lettera D, di colore arancione, per la presenza di olio d’oliva, a sua volta penalizzato per la presenza di grassi saturi. Stessa sorte per il salmone affumicato, anch’esso etichettato come D, per via dell’alto contenuto di sale, mentre il salmone fresco ha la lettera A proprio per la diversità del trattamento. L’evento è sostenuto dalla verde francese Michèle Rivasi, animatrice della proposta di Nutriscore a livello europeo, nonché dalla popolare polacca Róża Thun, dalla socialista croata Biljana Borzan e dalla liberale francese Véronique Trillet-Lenoir.
Sarà anche l’ultima plenaria per i 73 eurodeputati britannici, che dovranno lasciare gli scranni di Strasburgo e Bruxelles a partire dal 1 febbraio. Seguirà poi la fase 2 di Brexit, con 11 mesi di negoziati per decidere le relazioni future. Tra le tante cose, si discuterà nei prossimi mesi anche di pesca, una delle poche frecce nell’arco di Londra. Basti citare che il 50-60% delle catture di pescherecci danesi avvengono nelle pescose acque territoriali britanniche in virtù della Politica comune della pesca (PCP), con sbilanciamenti a sfavore degli Stati membri Ue anche del 90% per alcuni stock come quello delle aringhe. La dipendenza europea ha, tuttavia, un’altra faccia della medaglia. Circa il 75% del pesce catturato nel Regno Unito è, infatti, esportato soprattutto verso il continente.
Il Commissario Ue alla pesca ha prestato giuramento sulla Carta Ue dei diritti fondamentali lunedì 13 gennaio alla Corte di giustizia in Lussemburgo in quanto membro del Collegio guidato da Ursula von der Leyen. Giovedì 16 incontrerà il ministro della pesca islandese Kristján Þór Júlíusson mentre venerdì incontrerà alcune ONG per parlare di biodiversità.