Non si può certo dire che quella del pescatore sia una vita di tutto relax e la burocrazia, quando possibile, ce la mette tutta per renderla ancor più complicata. Un pescatore non deve solo occuparsi delle operazioni di pesca ma di una varietà di adempimenti amministrativi, fiscali, giuridici e tecnici per i quali sia a bordo che a terra occorrerebbe uno staff di professionisti in grado di spaziare su molteplici materie e soprattutto in continuo aggiornamento. Fiscalità e politiche del lavoro, Blue Box e normativa relativa, logbook elettronico per le catture, cernita del pescato, registri amministrativi e licenza. Oggi, inoltre, ci sono anche le incombenze derivanti dallo smaltimento dei rifiuti che in modo sempre più copioso recuperiamo in mare e, se si creano le condizioni per diversificare l’attività di pesca attraverso Pescaturismo o Ittiturismo, occorre effettuare un nuovo percorso per riconvertirsi professionalmente raddoppiare le incombenze.
Ormai occorre sempre di più dire che non bastano due Consulenti, tre impiegati e due Avvocati a bordo dei natanti da pesca professionale. La Legge sulla semplificazione e lo snellimento delle procedure burocratiche è un miraggio nei “Deserti Legislativi” e, all’orizzonte per le imprese della pesca professionale (Cooperative Armatoriali / Armatori Singoli o Associati in Coop di Servizi) non c’è più la prospettiva di un pescato redditizio al netto degli imminenti aumenti del gasolio e della mancata concessione di una piccola quota di catture by catch di tonno da riservare alla piccola pesca, ma di ulteriori lacciuoli amministrativi tanto per complicarci la vita. Infatti, come se non bastasse, entro il prossimo 16 luglio, le imprese di pesca dovranno anche comunicare le caratteristiche dei natanti utilizzando la procedura implementata sul sito dell’INPS.
Oseremmo dire “Un Viaggio nel Passato o Ritorno al Futuro”… Così in una nota UNCI Agroalimentare.