L’acquacoltura norvegese ricerca nuovi ingredienti per mangimi – EY, una società di consulenza e servizi professionali, ha da poco pubblicato la settima edizione della sua analisi annuale sull’acquacoltura norvegese. Il nuovo report si concentra sulle tendenze che maggiormente modelleranno l’industria dell’acquacoltura norvegese nel 2023. L’edizione 2023 del report focalizza l’attenzione sulla nuova tassa sull’acquacoltura e sull’industrializzazione dei futuri ingredienti per il mangime del salmone norvegese.
Nel report dello scorso anno, si è maggiormente esaminata la crescita dell’industria del salmone, la coltivazione di alghe, la piscicoltura terrestre e il cambiamento climatico. Quest’anno l’analisi si concentra su altri problemi, come il panorama delle startup e una serie di altre questioni.
Il report EY fa notare che il 2021 è stato un anno di successo per gli allevatori norvegesi in termini di crescita del fatturato. Il settore dell’acquacoltura si è ripreso energicamente dal rallentamento causato dalla pandemia di COVID-19, tuttavia, l’offerta di salmone è diventata più limitata nel 2022, con volumi esportati inferiori a quelli del 2021. Nonostante ciò, la domanda di salmone è rimasta elevata, con il risultato di prezzi record tutto l’anno.
L’industria dell’acquacoltura norvegese si trova a far i conti con una nuova tassa del 40% sulla produzione di salmone in mare, introdotta dal governo lo scorso gennaio. Una mossa fiscale che è stata una brutta sorpresa per l’industria e i suoi investitori. La tassa, applicata alla fase di allevamento in mare, avrà un impatto sull’intera catena del valore del settore e ha già causato conseguenze significative lungo tutta la filiera oltre al sostanziale calo delle capitalizzazioni di mercato per le società di piscicoltura quotate.
Secondo l’analista di Rabobank, Gorjan Nikolik, questa politica fiscale sta creando incertezza per il settore del salmone norvegese sul quale potrebbe avere effetti negativi sia a breve che a lungo termine. Inoltre, le diffuse preoccupazioni delle parti interessate hanno portato il governo norvegese a rivalutare il quadro della proposta, riconoscendo l’impatto sull’industria dell’acquacoltura norvegese.
Stando al report, la Norvegia ha fissato l’obiettivo di produrre 5 milioni di tonnellate di salmone nel 2050, il che si traduce in 6,2 milioni di tonnellate di mangime quando misurato in peso secco. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, la produzione sostenibile di mangime è fondamentale per garantire una riduzione delle emissioni e dei costi.
I decisori politici norvegesi stanno esortando affinché tutto il mangime per il salmone provenga da risorse sostenibili entro il 2030 e che ci sia un maggior utilizzo di ingredienti locali. Il report però evidenzia che la produzione norvegese di salmone è fortemente dipendente da ingredienti importati.
Nuovi ingredienti come farina di insetti, proteine a singola cellula e microalghe rappresentavano solo lo 0,4% degli ingredienti totali nel 2020 e nessuno di questi è stato prodotto in Norvegia.
Per raggiungere le ambizioni nazionali di utilizzare ingredienti sostenibili per la produzione di mangime, sarà particolarmente importante superare gli ostacoli legati al costo elevato, al quadro normativo, all’accettazione del cliente e alla qualità nutrizionale.
Gli autori del report affermano pertanto che è importante industrializzare una gamma di nuovi componenti per mangimi e migliorare le catene del valore esistenti, per far ciò sono necessari incentivi finanziari per industrializzare della produzione.
Il report redatto da EY offre informazioni di fondamentale importanza per lo sviluppo del settore dell’acquacoltura norvegese. È essenziale adottare misure preventive e strategie in grado di anticipare le tendenze future, al fine di garantire la competitività e il successo del settore non solo fino al 2023, ma anche oltre.
L’acquacoltura norvegese ricerca nuovi ingredienti per mangimi