L’aumento dei prezzi e la crescente domanda di farina di pesce e olio di pesce sono questioni che superano di gran lunga le preoccupazioni ambientali, secondo Giovanni Turchini, della Deakin University in Australia.
L’industria ha un problema di “sostenibilità economica, non di sostenibilità ambientale“, ha detto Turchini, intervenendo alla conferenza 2016 Global Outlook on Aquaculture Leadership (GOAL), tenutosi a Guangzhou, in Cina dal 19 al 22 settembre. Presentando un grafico dell’andamento dei prezzi di farina di pesce e guardando al 2030, Turchini ha detto che la farina di pesce non sarà più la fonte di proteine primaria nei mangimi, ma sarà “un ingrediente speciale“. Ha aggiunto che la farina di pesce sarà utilizzata per “migliorare la gradevolezza, equilibrare gli amminoacidi, fornire altri nutrienti essenziali e composti biologicamente attivi o migliorare la qualità del prodotto“. Tuttavia pesci e gamberetti possono entrambi essere allevati senza farina di pesce, ha continuato. “Nessun pesce, né gamberetto ha bisogno di farina di pesce.”
Quello che serve sono gli aminoacidi essenziali e che il rapporto di proteine e di energia sia corretto. Così, “la farina di pesce può essere sostituita, ma ad un costo”, ha detto Turchini.
“Abbiamo bisogno di coordinare e supportare adeguatamente gli investimenti in R &S per ridurre i costi di sostituzione della farina di pesce”, ha proseguito il professore. Per quanto riguarda l’olio di pesce, “ci sono un sacco di oli alternativi che forniscono energia altamente digeribile, fosfolipidi e colesterolo”.
L’unica vera difficoltà risiede negli omega 3 a catena lunga quali, EPA (acido eicosapentaenoico) e DHA (acido docosaesaenoico). Anche se non sono necessari per l’allevamento, sono essenziali per soddisfare il “requisito per permettere ai pesci di rimanere i principali fornitori di EPA e DHA“. “Questo è il grande problema”, ha affermato il professore italiano. Questo comporterà l’uso di oli alternativi a quelli marini, come l’olio di soia, di colza e di palma, così come grassi animali terrestri e di altri oli vegetali. Questi sono comunemente indicati come alternativa, ma questa idea è “concettualmente sbagliata”, ha detto Turchini: “Sono complementari e perfetti per soddisfare il ruolo di fonte di energia“. Di conseguenza, “è necessario supportare la ricerca “.