Il settore dell’acquacoltura continua la sua crescita secondo una recente relazione UE, riprendendosi completamente dalla recente recessione e raddoppiando gli utili.
La relazione economica del settore dell’acquacoltura dell’UE, che copre il periodo dal 2008 al 2016, mostra che nel 2016 sono stati prodotti 1,4 milioni di tonnellate di prodotti ittici, con un fatturato di quasi 5 miliardi di euro. I profitti sono raddoppiati tra il 2014 e il 2016 e il settore offre ora opportunità di lavoro stabili.
L’UE attualmente conta circa 12.500 società di acquacoltura, per lo più microimprese che impiegano meno di dieci dipendenti.
Mentre i dati sull’occupazione sono rimasti stabili a 73.000, il numero di equivalenti a tempo pieno è aumentato di oltre il 22 per cento dal 2013, con una tendenza che dovrebbe continuare.
La produzione è dominata da cinque paesi: Regno Unito, Francia, Grecia, Italia e Spagna. Insieme, questi cinque rappresentano circa tre quarti del volume totale della produzione. A livello settoriale queste specializzazioni sono ancora più evidenti nel Regno Unito, che produce il 91 per cento del salmone, la Francia, responsabile dell’86 per cento delle ostriche e l’Italia, che produce l’80 per cento delle vongole.
Se la certezza è nei numeri, ciò vuol dire che la politica comunitaria sicuramente ha influito positivamente sugli investimenti settoriali dei privati, risultando efficiente a medio-lungo termine, così come lo è anche la fiducia del consumatore finale, unico giudice di questa nuova economia.