“L’ICCAT aumenterà le quote di pesca del tonno rosso, e questo aumento sarà molto significativo” – dice Marco Affronte, Eurodeputato indipendente del Gruppo Verdi/ALE, anticipando quanto l’organismo internazionale di gestione formalizzerà il mese prossimo a Marrakech.
“Ora tutto il comparto pesca vuole una risposta chiara e precisa dal Sottosegretario Giuseppe Castiglione: a chi darà le nuove quote? Pensa di continuare a favorire gli oligopolisti che detengono ora questo ricchissimo mercato, o finalmente farà ciò che è giusto, e cioè ripartirà le nuove quote fra i pescatori artigianali? Secondo noi – prosegue Affronte, che siede in Commissione Pesca al Parlamento Europeo – è assolutamente indispensabile che le nuove quote siano tutte ripartite fra nuovi concessionari, esponenti della piccola pesca”.
“Il tonno rosso – prosegue Affronte – è una risorsa importantissima che, da solo, può mantenere in vita un’attività, può dare da mangiare ad una o più famiglie. È un vero e proprio ammortizzatore sociale vivente, e attualmente l’Italia lo ha invece trasformato in una commodity che ingrassa solo alcune grandi aziende. Le quote che l’ICCAT stabilisce, vengono ripartite a livello nazionale per decisione dei singoli Ministeri, senza obblighi dall’esterno. Non c’è quindi alcun impedimento perché questa nuova risorsa sia data ai piccoli pescatori italiani che ancora non ne beneficiano”.
“A livello di Parlamento Europeo noi abbiamo già votato un emendamento che chiedeva esattamente questo. Inoltre la brutta esperienza avuta sin qui con le quote del tonno sta pregiudicando anche il lavoro sulle quote spada e su quelle per acciughe e sardine, che sarebbero molto utili: anche chi in linea di principio sarebbe d’accordo con l’introduzione delle quote resta molto perplesso ricordando la grande ingiustizia creata dalla sbagliata ripartizione delle quote Tonno”, ha proseguito l’europdeputato.
“Questa è l’occasione giusta per correggere tale ingiustizia e per dare respiro al settore e alle famiglie. So – conclude Affronte – che molte ONG sono preoccupate che venga concessa una quantità troppo alta di pescato. I numeri non sono ancora certi, e dobbiamo stare attenti a non gettare il sacrificio di anni per la smania di aumentare troppo questo numero. È importante che la decisione sia, ancora una volta, presa sulla base di tutti i dati scientifici di cui disponiamo.”