Il Coordinamento Nazionale del Settore della Pesca di Alleanza delle cooperative italiane, interviene sul Dl Ambiente.
Forte la preoccupazione che in queste ore sta attraversando le marinerie italiane. Fino ad oggi temevamo le politiche europee, spesso disattente rispetto alle caratteristiche del mediterraneo ed alla concorrenza non sempre leale delle altre flotte extra Ue. Oggi però scopriamo che i pericoli vengono da più vicino: il solo fatto di affermare che le misure sociali di sostegno al reddito dei pescatori obbligati a sospendere la pesca per la tutela delle risorse marine possano essere “ambientalmente dannose” è, secondo noi, una vera contraddizione in termini.
La pesca italiana è da sempre immersa nel tema della sostenibilità ecologica, secondo i rigorosi principi di difesa del mare previsti dalla politica comune; prova ne sia la costante riduzione dello sforzo di pesca che negli ultimi 10 anni ha visto ridursi l’attività di oltre il 25%.
Per non parlare di altre misure, coerenti con il regime Ue (sistema contributivo e fiscale, gasolio agevolato), e il faticoso adeguamento a sempre nuove restrizioni imposte dai piani di gestione che impongono ulteriori riduzioni dell’attività in mare.
Mentre il settore chiede sostegno per combattere una concorrenza sempre più agguerrita e spesso sleale, la risposta sembra essere quella di colpirlo senza una motivazione sostenibile.
Per questo facciamo appello al ministro dell’Ambiente e delle Politiche agricole affinché venga abbandonata una strada che porterebbe alla chiusura delle imprese di pesca italiane coraggiosamente rimaste ancora in piedi.
Alleanza delle cooperative italiane. Coordinamento Nazionale del Settore della Pesca