Barriere di ostriche, buone notizie per il ripopolamento della specie – Buone notizie per le barriere di ostriche in via d’estinzione, che nel tempo hanno visto una perdita di oltre l’85% della loro specie. I ricercatori dell’Università della Virginia , in collaborazione con The Nature Conservancy, hanno pubblicato uno studio che dimostra come le barriere coralline ripristinate possano aiutare il ripopolamento delle ostriche ivi insediate in un lasso di tempo di circa sei anni e continuare a mantenersi in buono stato da allora in poi.
Ma cosa si intende per barriere di ostriche? Nello specifico queste sono formazioni costiere aggregate composte da molluschi contraddistinti da “guscio a cerniera”.
Le barriere coralline, dal canto loro, fungono da ostacolo contro l’erosione, e innalzano loro stesse in concomitanza con l’innalzamento del mare, se sono sane.
Però, data la raccolta eccessiva di ostriche e le malattie dalle quali sono colpite, le barriere coralline sono tutt’oggi in declino, come molte altre popolazioni selvatiche considerate ad oggi “funzionalmente estinte” in merito alle loro gravi perdite di habitat.
All’interno di 16 siti della costa della Virginia, composti da 70 scogliere, i ricercatori hanno studiato la varietà di ostrica Crassostrea virginica , meglio conosciuta come “ostrica orientale” o “ostrica dell’Atlantico”. Questa tipologia di ostrica è di vitale importanza per l’economia ittica e si trova comunemente anche in Canada e Sud America.
È dato comune che le barriere coralline che non sono state inficiate dalla mano dell’uomo o che sono riuscite a ripristinarsi rendono le acque più pulite e limpide. Questo grazie ai “filtri” come ostriche e molluschi bivalvi che aspirano l’acqua e consumano plancton e detriti vari, espellendo l’acqua priva da ogni impurità. Le barriere di ostriche, inoltre, favoriscono anche un habitat ideale per granchi e pesci, a supporto così anche della pesca costiera.
Viene a questo punto da chiedersi se barriere coralline ristrutturate possano favorire il ripopolamento e la ricrescita di barriere di ostriche, e quindi possano rappresentare per loro una nuova possibilità di ripresa. Lo scenario attuale sembra più favorevole in questo senso, mentre fino a qualche tempo fa le incertezze la facevano da padrone.
È bene ricordare che a partire dagli anni ’90 è iniziata su larga scala l’attività di ripristino delle barriere coralline tramite l’utilizzo di ostriche e conchiglie derivanti da depositi naturali, attività di acquacoltura, scarti di ristoranti. L’utilizzo delle conchiglie era finalizzato a formare substrato per le scogliere.
Barriere di ostriche, buone notizie per il ripopolamento della specie