“L’inquinamento marino da plastica è un problema grave, da affrontare con urgenza e di cui le istituzioni devono occuparsi con più determinazione. Come emerge dall’allarme lanciato dal segretario generale delle Nazioni Unite Guterres alla Conferenza dell’Onu sugli Oceani al Palazzo di Vetro. Peccato che l’Italia non abbia potuto portare a New York l’approvazione definitiva della legge a mia prima firma sulla cosmesi sostenibile che, tra l’altro, vieta per la prima volta l’uso delle micoplastiche nei prodotti cosmetici. Ogni anno per l’Onu finiscono nelle acque del pianeta 8 milioni di tonnellate di plastica, rifiuti che si scompongono in pezzi sempre più piccoli fino a diventare microplastiche: la parte più pericolosa dell’inquinamento marino da plastica”, a sottolinearlo il presidente della Commissione ambiente e lavori pubblici della Camera, Ermete Realacci (PD).
La legge, approvata all’unanimità dalla Camera il 26 ottobre 2016, ha assorbito una proposta di legge di Realacci analoga a quella di Ignazio Abrignani (Scelta civica –Ala) è frutto anche della campagna “Mare mostro” di Marevivo e delle iniziative di Legambiente e di altre associazioni ambientaliste e si propone di vietare dal primo gennaio 2020, la produzione e la messa in commercio di cosmetici contenenti microplastiche. Il provvedimento è rimasto però arenato in Senato.
“Sarebbe un passo importante, tanto più visto il primato italiano nei cosmetici: nel nostro Paese si produce oltre il 60% del make-up mondiale. Una leadership di mercato che può essere mantenuta e rafforzata puntando sulla sostenibilità, sulla trasparenza, sulla qualità; contribuendo, allo stesso tempo, alla salvaguardia dei mari”, evidenzia Realacci.