“Per una settimana la pesca italiana si è fermata in segno di protesta contro la 154. Dopo tre giorni di manifestazione a Roma, il numero dei dimostranti non accennava a diminuire, anzi, con pullman e treni i pescatori provenienti da ogni regione, dalla Sicilia, alla Liguria, si sono uniti a noi. Abbiamo lanciato un segnale davvero forte: l’Italia della pesca e dei pescatori è un’Italia unita”, a dichiararlo è Francesco Caldaroni, presidente dell’Associazione Marinerie d’Italia e d’Europa, portavoce di una protesta nazionale che per tutta la scorsa settimana ha interessato l’intera Penisola.
Sit-in in piazza Monte Citorio a Roma e pescherecci fermi in quasi tutti i porti del Paese.
“Ora attendiamo che arrivino le risposte. Se alle promesse del Governo non seguiranno i fatti, torneremo a manifestare”, prosegue Caldaroni. “30 giorni, questo è quanto siamo disposti ad aspettare affinché i partiti, compatti, convergano verso la modifica della legge in commissione. – Conclude Caldaroni – Abbiamo chiesto che vengano applicati l’art. 61 del Regolamento (CE) n. 1224/2009 del 20/11/2009 sulla pesatura dei prodotti della pesca dopo il trasporto dal luogo di sbarco, e l’art. 90 sulla proporzionalità. Inoltre abbiamo chiesto che venga aumentato il margine previsto per le quote di pesca occasionale per il palangaro ed infine che il nostro mestiere sia riconosciuto come lavoro usurante”.
Candida Ciravolo