Oltre il 40% della popolazione europea e l’attività economica sono concentrate entro 50 km dalla costa. L’80% del commercio estero dell’UE e il 40% del nostro commercio interno sono trasportati via mare. Inutile dire che la sicurezza del nostro dominio marittimo è di primaria importanza per l’economia blu. Ma la sicurezza marittima è una questione complessa. In ogni paese, diverse autorità stanno raccogliendo, elaborando e agendo sui dati relativi alle attività in mare che possono influire sulla sicurezza nazionale, sull’economia o sull’ambiente. Il coordinamento di queste autorità è fondamentale.
E che dire del coordinamento europeo? Molte di queste informazioni possono essere utili anche agli altri Stati membri. Non solo per la sicurezza nazionale, ma anche per i trasporti, le dogane, il controllo della pesca o la protezione dell’ambiente. Pertanto, il potenziamento dello scambio di informazioni tra le autorità di sorveglianza marittima è un obiettivo strategico della politica di sorveglianza marittima integrata dell’UE. Ma se il coordinamento nazionale è già una sfida, il coordinamento paneuropeo è come abbattere la torre di Babele.
È qui che entra in gioco EUCISE2020. Un progetto di ricerca finanziato dal programma FP7 dell’UE, mirava a creare un ambiente che consentisse la condivisione delle informazioni tra tutti i settori e le comunità di utenti pertinenti. Il progetto ha coinvolto circa 60 autorità marittime europee di 15 Stati, tutte collegate tramite 12 “nodi”. Questi nodi ricevono informazioni dalla guardia costiera, dalla marina, dai ministeri della pesca, dalle autorità doganali … e consentono alle autorità nazionali dei vari Stati membri di comunicare rapidamente. L’Agenzia spaziale italiana ASI ha coordinato gli sforzi e ha collaborato con 39 partner, tra cui autorità marittime, università, centri di ricerca e istituti oceanografici.
La conferenza finale ha anche dimostrato che una condivisione intelligente delle informazioni tra le autorità marittime rende la sorveglianza meno costosa e più efficace. L’ambiente di condivisione delle informazioni comuni renderà i mari europei più sicuri, meglio controllati e più protetti.
Con EUCISE2020 che dimostra che lo scambio di informazioni transfrontaliere è fattibile, il percorso verso la piena attuazione è aperto. Questo è il prossimo passo nell’ambiente di condivisione delle informazioni comuni per il settore marittimo. L’EMSA, l’Agenzia europea per la sicurezza marittima, sarà in testa. Nei prossimi tre anni, aiuteranno gli Stati membri ad attuare l’ambiente CISE su base volontaria e ad esaminare come il CISE si adatta ad altri sistemi di scambio di informazioni dell’UE.