L’Unione europea è il consumatore numero uno al mondo di prodotti della pesca e dell’acquacoltura, ma con una domanda di gran lunga superiore all’offerta e un limitato spazio di crescita nella produzione interna, tant’è che sta acquistando sempre più prodotti da tutto il mondo per soddisfare le esigenze del mercato, questo è quanto conferma una nuova analisi dell’Osservatorio del mercato europeo per i prodotti della pesca e dell’acquacoltura (EUMOFA).
Nell’ultima revisione delle tendenze del commercio ittico, EUMOFA rileva che nel 2018 le importazioni dell’UE dai paesi terzi sono aumentate del 4% in volume e del 2% in valore rispetto all’anno precedente, raggiungendo 6 milioni di tonnellate (MT) con un valore di 25,9 miliardi di euro. Tuttavia, ha anche stabilito che il valore unitario medio di queste importazioni è sceso del 2% a 4,17 euro per chilogrammo, il che, a suo dire, ha causato la lenta crescita del valore complessivo delle importazioni.
L’EU importa prodotti della pesca e dell’acquacoltura da quasi 150 Paesi in tutto il mondo, ma nel 2018 quasi il 50% del valore totale proveniva da soli cinque paesi: la Norvegia con 6,5 miliardi di euro, in aumento del 2% rispetto al 2017; la Cina, con 1,8 miliardi di euro, con un incremento dello 0,5%; e l’Ecuador, con 1,3 miliardi di euro con un incremento del 2%. Inoltre, con un valore di 1,3 miliardi di euro il Marocco (+ 3%) e l’Islanda (+ 16%).
Tra i paesi con le maggiori riduzioni del commercio di importazioni dell’EU c’era l’India, in calo del 19%; le isole Faroe scendono del 10 percento; e la Thailandia, in calo del 15 percento.
Le esportazioni dell’EU verso i paesi terzi, nel frattempo, sono cresciute più rapidamente lo scorso anno, con un aumento del 5% in volume e del 4% in valore a 2 milioni di MT valutate a 5,1 miliardi di euro. Questa crescita è stata sostenuta in gran parte da tonno e specie simili, che sono aumentate del 15% nel 2017.
Dei 182 paesi verso i quali le esportazioni dell’EU erano destinate nel 2018, cinque mercati rappresentavano il 48% del valore totale delle esportazioni. EUMOFA ha osservato che le esportazioni verso la Cina sono aumentate di 170 milioni di euro nel 2018, ma le vendite al secondo mercato più grande, gli Stati Uniti, sono diminuite del 4%.
Il commercio intra-EU, vale a dire tra Stati membri, ha continuato a superare leggermente le importazioni da paesi non EU, crescendo del 3% in volume e del 2% in valore, per un totale di 7 milioni di tonnellate e valutato a 27,3 miliardi di euro.
I salmoni sono la specie più scambiata tra gli stati membri dell’UE, con un volume del 2018 di 1 milione di tonnellate con un valore di 8,4 miliardi di euro. Il commercio di specie demersali ha raggiunto 993.000 MT e 3,6 miliardi di euro, quello dei crostacei ha totalizzato 343.000 MT con un valore di 3,1 miliardi di euro.
La bilancia commerciale dell’EU nei prodotti della pesca e dell’acquacoltura continua a scorrere in rosso, mostrando la crescente dipendenza dai prodotti importati. In effetti, il deficit commerciale della pesca e dell’acquacoltura ha raggiunto una perdita record di 20,8 miliardi di euro, il 2% in più rispetto al 2017. Misurato in termini di volume, il deficit commerciale è cresciuto ancora di più, importando 4 milioni di tonnellate in più rispetto all’esportazione, un aumento del 4%.