“Quando si tratta di tutelare le risorse ittiche, pescatori e ambientalisti sono sulla stessa barca. No, però, alle battaglie contro i mulini a vento. No quando tutto questo crea solo disoccupazione”. Questa è la risposta della Federcoopesca-Confcooperative all’appello lanciato dall’associazione ambientalista Greenpeace che sta portando avanti una raccolta firme per chiedere al ministro Martina una serie di interventi per contrastare la pesca. “Dal mare i pescatori non traggono solo nutrimento ma reddito e lavoro per la propria attività che è un’attività economica primaria. Non può esistere una vera sostenibilità che non sia al tempo stesso economica, sociale e ambientale” sottolinea l’associazione nel ricordare che negli ultimi dieci anni il comparto ha registrato un calo della produttività del 48,84%, il personale imbarcato si è ridotto del 38,26%, la flotta da pesca ha subìto una riduzione del 28,1%. “Numeri che mostrano come politiche comunitarie troppo concentrate sulla salvaguardia degli stock ittici stanno portando il settore al collasso.”
In particolare la Federcoopesca contesta la polemiche dell’associazione ambientalista sulla pesca del pesce azzurro nel canale di Sicilia. Polemiche che di fatto dalla mezzanotte di ieri stanno lasciando a terra senza lavoro e senza reddito circa 500 persone. “Questo tipo di pesca rispetta i principi di corretta gestione della risorsa come da tempo richiesto dalla Commissione generale per la pesca del Mediterraneo” conclude la Federcoopesca.
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