L’emergenza legata al contenimento del COVID-19 sta interessando il settore della pesca professionale con un impatto molto articolato e differenziato per marinerie e segmenti di pesca.
NISEA ente attivo nella ricerca socio-economica applicata ai settori della pesca e dell’acquacoltura, sta monitorando l’impatto dell’emergenza sanitaria sul comparto sin dalla prima settimana di marzo, redigendo dei bollettini a cadenza settimanale.
I bollettini si basano su interviste dirette ad operatori del settore di tutte le principali marinerie, sulla base di un piano di rilevamento che ne garantisce la rappresentatività statistica sia in termini geografici che di tecnica di pesca. Le interviste agli operatori del settore ittico sono inoltre integrate da indagini presso i mercati ittici e presso i principali referenti della GDO.
In sintesi, l’analisi di NISEA ha messo in evidenza, fino ad oggi, i seguenti aspetti:
- il settore della pesca professionale ha subito una forte battuta d’arresto nelle prime tre settimane di marzo. Da inizio aprile, si registra una ripresa dei livelli di attività in alcune marinerie anche se molto lenta e graduale; i prezzi di vendita risultano in aumento rispetto a quelli di metà marzo, quando hanno subito un crollo a seguito della riduzione dell’offerta e della domanda;
- i motivi dell’arresto dell’attività sono: chiusura di tutte le attività di ristorazione e delle strutture alberghiere, riduzione consistente di intermediari e grossisti operanti nei mercati ittici, difficoltà nei trasporti;
- l’attività di pesca risulta inoltre influenzata, anche se in misura minore, dalla difficoltà del rispetto dei protocolli di sicurezza anti-contagio a bordo dei pescherecci;
- nel periodo analizzato si registra una contrazione del prezzo del carburante che, soprattutto per alcuni segmenti produttivi, in primis lo strascico, rappresenta una voce consistente dei costi operativi. Alla riduzione del prezzo del carburante si è associata anche una riduzione del consumo giornaliero in quanto molti pescherecci, seppure in attività, hanno limitato la durata delle uscite in mare, riducendo il numero di bordate e le ore di pesca;
- in generale, le marinerie adriatiche e le imbarcazioni di maggiori dimensioni sono quelle che hanno risentito maggiormente della crisi legata all’emergenza sanitaria. La pesca del pesce azzurro è quasi del tutto ferma a causa degli elevati volumi di sbarcato, dell’elevata deperibilità del prodotto e della scarsa operatività dei mercati esteri;
- si stima una riduzione di fatturato (ricavi da vendita dello sbarcato) nel solo mese di marzo pari a circa 60 milioni di euro. La perdita complessiva in termini di profitto lordo per la riduzione di attività del mese di marzo 2020 è stimata in circa 18 milioni di euro;
- l’effetto Covd-19 continua ad influenzare negativamente la domanda di prodotti ittici freschi; le famiglie quando acquistano si orientano al momento su prodotti a lunga scadenza. Inoltre, il canale della GDO è influenzato da un evidente atteggiamento commerciale di chiusura verso il prodotto ittico fresco a favore del prodotto c.d. “libero servizio” (confezionato), ovvero a favore di prodotti a più lunga shelf-life (conserve e prodotti pronti);
- per far fronte alla caduta della domanda dei prodotti ittici freschi e alla mancata richiesta di approvvigionamento (soprattutto da parte della GDO), il mondo associazionistico sta promuovendo la vendita diretta presso i punti di sbarco, che pone, tuttavia, alcune problematiche legate alla sicurezza dell’acquisto;
- il comparto ittico rappresentato dalle aziende importatrici è in grande sofferenza a causa dell’intasamento delle logistiche per la presenza di elevate quantità di merce invenduta.
Il bollettino NISEA è aggiornato su base settimanale per valutare in tempo reale l’impatto economico e sociale dell’emergenza sanitaria sul settore ittico.
Per ulteriori informazioni e dettagli: info@nisea.eu