Qual è lo stato di salute delle realtà da voi rappresentate?
Il settore della molluschicoltura, a seguito dell’emergenza Covid19, attraversa un momento particolarmente drammatico, dovuto in un primo momento al blocco totale delle attività commerciale e successivamente al calo della domanda di prodotto fresco sia mitili che vongole veraci e ostriche.
Nel periodo immediatamente successivo all’emergenza sanitaria, e ci riferiamo ai mesi di marzo e aprile 2020, le imprese rappresentata dall’Associazione Mediterranea Acquacoltori ( A.M.A.) hanno fatto registrare perdite commerciali comprese tra il -40 e il 100% del fatturato rispetto al corrispettivo bimestre 2019, con valori medi attestati al -70%. Tali dati sono in assoluto i peggiori rispetto al comparto della pescicoltura, poiché il principale sbocco di vendita dei molluschi sono i settori appartenenti al sistema Horeca, e precisamente gli Hotel, i ristoranti, le trattorie, bar e simili oltre al catering. È evidente che essendo praticamente chiusi questi settori di sbocco commerciale dei prodotti freschi della molluschicolture, le nostre imprese non trovano ulteriori sbocchi di vendita se non in minima parte a livello locale e nella GDO.
Per altro la molluschicoltura, come tutte le altre attività agricole e zootecniche, pur essendo costretta a fermare le vendite, deve andare avanti nella gestione e manutenzione degli allevamenti, salvaguardando il prodotto vivo che necessita di lavorazioni e riposizionamenti presso le strutture long-line, alleggerendo quindi le zone dove il raggiungimento della taglia commerciale pone problemi di stabilità delle strutture. Allo stato attuali gli impianti sono pieni e i nostri allevatori non possono pianificare la raccolta e/o l’acquisto di prodotto giovanile per garantire la continuità del sistema produttivo nel tempo, con ulteriori problemi che si vedranno nei successivi mesi del 2020 ed oltre. Ciò inevitabilmente determina un costante e continuo costo di gestione delle unità produttive che aggrava ulteriormente i bilanci aziendali.
Infine, aspetto non trascurabile e a noi segnalato da diversi soci, in questo periodo le imprese hanno enormi difficoltà nel rientra dei crediti maturati a seguito delle vendite di prodotto nei mesi pre-Covid19.
Quali stime siete in grado di fare oggi circa le aziende che resisteranno?
Allo stato attuale è estremamente complicato fare delle stime circa il futuro delle nostre imprese di acquacoltura. Molto dipenderà dall’andamento dello stato sanitario della fase 2 e delle misure che saranno adottate dal governo per l’augurabile ripresa delle attività nel corso dei prossimi mesi estivi. Sicuramente per i prossimi mesi (maggio e giugno) le imprese dovranno sostenere una situazione difficile e in linea con il bimestre precedente, ma se come previsto dagli attuali andamenti del contagi a giugno riapriranno i circuiti Horeca, prevediamo una ripresa delle attività commerciali e quindi un miglioramento della situazione del settore che comunque necessiterà di tempi più lunghi per riprendere il giusto respiro.
In tale situazione, inevitabilmente, ci saranno imprese a forse rischio di chiusura e altre che potranno riprogrammare le attività, e allora giocheranno un ruolo fondamentale il sistema bancario, ma con semplificazioni dell’accesso a forme di credito e finanziamento oltre alle misure di sostegno messe in atto e che dovranno essere potenziate nel beve termine, oltre alle misure di sostegno già definite in ambito FEAMP e che a breve troveranno riscontro nei bandi nazionali e regionali dedicati con misure specifiche dedicate al settore della molluschicoltura. Un sostegno al settore può venire anche dai consumatori, dalle scelte che faranno al momento dell’acquisto, privilegiando la qualità dei prodotti nazionali.
Pesce fresco nei locali in riva al mare, sagre e turismo gastronomico. Per la stagione in vista, il ridimensionamento dell’afflusso turistico ricadrà sul settore, come vi state preparando all’impatto?
Come accennato sopra, il nostro settore è pronto per la ripresa commerciale, il prodotto è al momento presente negli impianti, e non appena sarà registrata una auspicabile aumento della domanda, le nostre imprese risponderanno prontamente. Il problema è che al momento nessuno è in grado di fare previsioni sull’andamento del flusso turistico, direttamente collegato alla risoluzione dell’emergenza sanitaria, e di conseguenza sulla ripresa dei settori dell’Horeca. Per le sagre penso che per quest’anno non ci sia alcuna possibilità. Quanto sta accadendo ci porta a anche ripensare alle modalità di valorizzazione dei nostri prodotti, soprattutto per evidenziare le qualità dei molluschi di produzione nazionale. Non mi riferisco solamente al gusto ma anche a tutti quei valori, come la sicurezza alimentare, presente anche lungo tutta la filiera, garantita dai nostri allevatori.
Lo Stato e l’Ue come intervengono in aiuto della categoria?
Nei recenti provvedimenti legislativi emanati sia dal Governo e che della Commissione europea, il settore dell’acquacoltura nazionale ha avuto attenzione e a ottenuto azioni mirate per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso, sia nel Decreto “Cura Italia” che nel FEAMP, dove con il recente Reg. 2020/560 è introdotta la modifica dell’Art. 55 per compensazione agli acquacoltori per perdite dovute al Covid19. Molto dipende adesso dai tempi, che dovranno essere estremamente brevi, per mettere in atto quanto deciso per far arrivare i benefici finanziari ad un settore in estremo affanno.
Devo evidenziare che come Associazione di categoria, riconosciuta al MIPAAF, presente nell’AEPM (Associazione Europea Produttori Molluschi) e nell’AAC (Aquaculture Advisory Council), in questi ultimi due mesi abbiamo interloquito, relazionato, lavorato a stretto contatto con le altre strutture di rappresentanza del settore, fatto proposte in ambito nazionale ed europeo, riconoscendo la giusta attenzione da parte delle amministrazioni competenti. Questo nostro lavoro continuerà incessantemente fino a quando non si potrà dire di aver superato l’emergenza sanitaria.
Quando e come sarà possibile uscire dalla crisi?
A questa domanda credo che non sia possibile dare una risposta certa e seria, poichè direttamente collegata all’evoluzione del contagio da coronavirus e dalle indicazioni della commissione di scienziati esperti e dalle conseguenti disposizioni politiche . Sicuramente i tempi saranno lunghi, serviranno non trascurabili risorse economiche e da parte del nostro settore prevedere e mettere in atto nuove forme commerciali e di aggregazione, sulla base delle esperienze determinate da questa grave crisi sanitaria ed economica mondiale.