Qual è lo stato di salute delle realtà da voi rappresentate?
L’acquacoltura nazionale, offre una ricca varietà di specie allevate e un’ampia differenziazione delle tecnologie produttive utilizzate. Le specie ittiche d’acqua dolce, (trote in prevalenza, ma anche storioni, anguille, ciprinidi,…), rappresentano circa i due terzi della produzione totale della piscicoltura, tra l’altro l’esportazione delle trote italiane assumeva prima dell’emergenza COVID-19 una quota molto importante (circa il 30% della produzione) . La rimanente parte è rappresentata dalle specie ittiche d’acqua salmastra e marina, prodotti di elevata qualità e freschezza molto graditi ai consumatori. Tra l’altro l’Italia è il Paese leader nella produzione di caviale. Nel 2019 la piscicoltura nazionale ha prodotto 61.800 tonnellate, comprese le produzioni di vallicoltura e delle acque salmastre delle aree costiere di transizione, con un incremento di oltre 2.000 tonnellate della produzione rispetto all’anno precedente. Si nota inoltre un continuo incremento di produzione di novellame di orata nelle avannotterie specializzate delle specie eurialine.
I principali colli di bottiglia che ostacolavano la crescita del settore, precedentemente all’attuale crisi, erano la complessità della burocrazia e gli elevati costi amministrativi assieme alle sempre più frequenti avversità climatiche verificatesi negli ultimi anni.
Quali stime siete in grado di fare oggi circa le aziende che resisteranno?
Le diverse tipologie che caratterizzano e compongono l’allevamento ittico in Italia stanno reagendo in modo diverso:
– la maricoltura ed in particolare la produzione di spigole ed orate sta mantenendo le proprie quote di mercato soprattutto ove rivolta alla GDO;
– il settore dell’acqua dolce è quello maggiormente in sofferenza e soprattutto per le imprese (spesso di piccole dimensioni) orientate a rifornire la ristorazione (HORECA) e i laghetti di pesca sportiva attività di fatto chiuse nel periodo di “lockdown” che ci auguriamo possano riprendersi quanto prima;
– anche le aziende d’acquacoltura orientate all’esportazione hanno subito soprattutto nei mesi di marzo e aprile, la quasi totale chiusura dei mercati.
Pesce fresco nei locali in riva al mare, sagre e turismo gastronomico. Per la stagione in vista, il ridimensionamento dell’afflusso turistico ricadrà sul settore, come vi state preparando all’impatto?
Tutto il Food Made in Italy va supportato con campagne promozionali ad hoc pressanti e capillari a 360° nei settori della GDO, Ho.Re.Ca. e della pesca sportiva-ricreativa. In particolare nel settore dell’Ho.Re.Ca. (che assorbe circa il 30/35 % dei nostri pesci) deve essere assicurata la massima tracciabilità e trasparenza dell’informazione arrivando ad una forma di etichettatura dell’origine dei prodotti ittici in considerazione della accresciuta sensibilità del consumatore ad utilizzare prodotti locali e nazionali.
Per quanto riguarda la pesca ricreativo/sportiva ribadiamo che tale attività non comporta particolari rischi, non crea assembramenti, può essere svolta rispettando il distanziamento sociale e l’utilizzo di tutti gli strumenti di prevenzione ed anche per la sua funzione psicosociale molto importante in questo periodo. L’esercizio di tale attività è praticata all’aperto, in totale sicurezza e per regolamento – anche prima del COVID-19 – prevede sempre il rispetto di una distanza obbligatoria tra pescatore e pescatore di minimo 5 metri.
In considerazione delle mutate esigenze di sicurezza dei consumatori, che richiedono una sempre maggiore attenzione ai prodotti preconfezionati e al packaging, con specifico riferimento ai prodotti destinati alla GDO, l’acquacoltura è già da tempo attrezzata a rispondere a tale richieste.
Le istituzioni come intervengono in aiuto della categoria?
A diverso livello sono previsti e programmati aiuti sotto diversa forma ad acquacoltura, agricoltura e pesca. L’API si è fortemente attivata perché lo Stato e le regioni attivino specifiche azioni a supporto per del settore per le peculiarità che lo caratterizzano; preme sottolineare che gli allevamenti ittici non possono interrompere la propria attività, il pesce presente deve essere alimentato e mantenuto in un adeguato stato di benessere e salute con conseguenti costi gestionali.
Quando e come sarà possibile uscire dalla crisi?
Quando termineranno tutti i vincoli alle attività e l’acquacoltura potrà finalmente ricominciare a posizionare tutti i propri prodotti sul mercato, si dovrà tener conto dei cambiamenti indotti (nel modo di produrre , negli stili di consumo, …) dalla presente emergenza Covid 19, una delle soluzioni dovrà essere il ricorso sempre maggiore ai prodotti dell’ agricoltura italiana e al pesce italiano nel catering sociale (scuole, mense pubbliche, residenze per anziani,…) unita alla già richiamata azione di forte promozione dei prodotti Made in Italy.