Far riconoscere la pesca come lavoro usurante e tabellare le malattie professionali conseguenti a tale attività, introdurre un ammortizzatore sociale stabile e duraturo per il settore e lavorare alla definizione di un “codice unico” della pesca che semplifichi e razionalizzi la normativa vigente: sono questi gli obiettivi principali che la Uilapesca intende perseguire nei prossimi anni. Ad enunciarli la segretaria generale dell’organizzazione, Enrica Mammucari nella relazione di apertura del V Congresso nazionale, in corso a Carovigno (Br).
Numerosi gli ospiti presenti ai lavori, tra i quali, Leonardo Di Gioia, assessore all’agricoltura della Regione Puglia, Luigi Giannini, presidente Federpesca, Angelo Petruzzella, coordinatore nazionale Legacoop Pesca, Maria Candida Imburgia,direttore generle Ital-Uil, Livia Spera, segretario politico ETF pesca e porti.
Due le ricerche presentate nell’ambito dei lavori: la prima “La sicurezza nelle nostre reti” condotta in collaborazione con il patronato Ital-Uil e il dipartimento di ricerca di medicina del lavoro dell’Inail; la seconda realizzata da Giorgio Gallizioli, esperto di legislazione europea dall’esplicativo titolo “Alla ricerca della dimensione sociale della politica comune della pesca”.
“Utilizzando innovative strumentazioni scientifiche”, spiega Mammucari “è stato possibile per la prima volta salire a bordo e misurare gli sforzi esercitati dai pescatori mentre lavorano. I risultati evidenziano come l’impegno biomeccanico delle attività di pesca sia assai rilevante e rischioso, non consentendo adeguati periodi di riposo”.
Sull’argomento è stato presentato un video che descrive i contenuti della ricerca.
Il secondo studio presentato ha invece verificato come le disposizioni della Politica comune della pesca (PCP) non siano in grado di assicurare un tenore di vita equo ai pescatori e alle comunità dipendenti dalla pesca. Secondo l’autore, non viene garantita una gestione delle attività coerente con l’obiettivo fissato dai trattati dell’Unione europea, di assicurare benefici economici, sociali e occupazionali al settore.