Prosegue la protesta delle marinerie di Manfredonia, Barletta, Monopoli. Gli operatori del settore chiedono normative meno rigide, la legge attualmente in vigore, la 154 del 2016, prevede sanzioni spropositate.
Anche ieri è proseguito il sit-in dinanzi al mercato ittico dopo le proteste a Bari presso la Prefettura.
”Si tratta di un proprio atto sistematico per eliminare il settore della pesca. Noi siamo pescatori, non siamo ingegneri. Lavorare in mare richiede tanto sforzo e lavoro e dobbiamo pensare a tante cose, tra cui etichettatura e tutte le altre nuove norme imposte. Le multe sono salatissime, ad esempio, basta sforare di poco l’orario di lavoro stabilito e si arriva a pagare fino a 2.000 euro di multa. Noi non andiamo a rubare, facciamo un lavoro onesto”, hanno lamentato i lavoratori durante la protesta.
“Sono passati ormai 2 anni e non c’è ancora nessuno sviluppo per ciò che riguarda la liquidazione dei 30 euro giornalieri che vadano a coprire l’intero periodo di fermo nell’anno 2107. Ci siamo mossi anche presentando il problema alla Federazione nazionale della categoria”, ha spiegato Michele Manzi, coordinatore Fai Cisl Provinciale.
Ciò su cui ora si deve decidere è se rimettere le barche in mare e tornare a lavorare, come alcuni vorrebbero, o continuare a battersi per vedersi accettare le proprie richieste: “Non è vero che la pesca a strascico rovina i fondali. In più c’è il problema delle trivelle che ha creato nuovi limiti costieri, la pesca ravvicinata non esisterà più. Noi non siamo d’accordo con molte delle normative della comunità europea, ci hanno tolto anche i permessi. Noi vogliamo solo lavorare”.
Previsto per il 6 febbraio un tavolo tecnico in Regione in cui farà il punto sullo stato attuale della protesta.
“Il problema che in questi giorni sta venendo maggiormente alla luce lo portiamo avanti da 10 anni ma ora ci rendiamo conto che siamo arrivati alla frutta, a noi non sta bene questo nuovo piano sanzionatorio posto in essere dall’Unione europea, non ci permette di lavorare come siamo abituati a fare in quanto troppo rigido. Il tutto è rimandato al giorno 6, quando incontreremo l’assessore regionale all’agricoltura Leonardo Di Gioia e l’Ammiraglio di Bari”, ha dichiarato Alessandro Gadaleta, rappresentante dei pescatori di Molfetta.