Può un progetto di governo, con il sostegno dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO), fare della produzione di pesce un bene primario nel secondo più grande paese del mondo senza sbocco sul mare?
Oggi in Mongolia la piscicoltura rappresenta un settore minore. Tuttavia, nel corso degli ultimi anni il governo sta prendendo misure per svilupparlo. Nel 2009 ha lanciato il suo programma nazionale “Food Security” , un’iniziativa a due stadi che è stata pienamente attuata nel 2016.
Una componente del programma comprendeva il sottoprogramma pesce nazionale, che il Ministero dell’Alimentazione e dell’Agricoltura ha lanciato nel 2012. Uno degli obiettivi principali del sottoprogramma è stato quello di sostenere gli allevatori di pesce, sia nelle province della Mongolia sia nella capitale Ulaanbaatar, con risorse ittiche, allo scopo di espandere la produzione di pesce nazionale e di coprire il 25 per cento del consumo del paese.
Nel corso del sottoprogramma di pesce, sono stati condotti studi di fattibilità per valutare se gli allevamenti ittici potrebbero essere installati in diversi grandi laghi in tutta la Mongolia. Uno di questi progetti è stato approvato e sta per essere attuato sul lago Terkhiin Tsagaan nella provincia di Arkhangai, in Mongolia centrale. La sua capacità prevede la produzione di 50-70 tonnellate pesce all’anno.
Da aprile 2014 al novembre 2016 il governo della Mongolia ha implementato un progetto in collaborazione con l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite ‘(FAO) chiamato “Developing aquaculture for improved fish supply in Mongolia”.
Molti laghi e fiumi della Mongolia rischiano di prosciugarsi a causa del boom minerario degli ultimi anni. Di conseguenza, alcune specie di pesci stanno scomparendo. L’acquacoltura è, quindi, di particolare importanza in termini di tutela e ripristino di specie ittiche in via di estinzione, oltre ad apportare benefici per la salute che il pesce avrà per i consumatori.