“Tutto pronto per lo sciopero nazionale del 28 febbraio a Roma. Alla manifestazione di protesta, partecipa anche il settore abruzzese e così siamo al novanta per cento delle marinerie italiane”, a comunicarcelo è Francesco Caldaroni, presidente di Marinerie d’Italia e d’Europa.
La nota del presidente arriva dopo un periodo di preparazione dell’attesa manifestazione capitolina. Un vero proprio tour che ha portato Caldaroni ad incontrare le varie marinerie della Penisola per confrontarsi e decidere una strategia che porti il settore fuori dalla crisi che sta attraversando.
Lo stato di agitazione è iniziato blandamente diversi mesi ma, dallo scorso ottobre, le proteste in tutta Italia si sono fatte più vivaci.
Dalla Liguria all’Emilia Romagna, dalla Calabria al Veneto, dal Lazio alla Puglia, tutte le marinerie gridano all’unisono “un no secco alla politica distruttiva del settore pesca, alla austerità cronica da parte del governo, alla 154, all’aumento delle sanzioni e no anche al logbook”. La pesca italiana insomma dice no a tutte quelle restrizioni e normative che rendono la vita di chi “va per mere” davvero insostenibile.
In cima all’elenco dei grandi problemi della pesca la legge 154/2016, con l’articolo 39, che penalizza fortemente il settore con sanzioni pesantissime, multe fino a 150mila euro e punti di penalità sulle licenze. A cascata poi gravano su tutto il comparto i problemi connessi alle le quote di pesca del tonno rosso, al sovrasfruttamento degli stock, all’ inquinamento e alle rigide normative europee poco attente alle esigenze degli operatori del Mediterraneo e dell’Adriatico.
Da qui al 28 febbraio sono ancora in programma diversi incontri, lo scopo è quello di avere tutto il supporto possibile per una manifestazione che, sentiti i rumors, si preannuncia senza precedenti. Oggi il comparto incontrerà il governatore della regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.
E proprio in previsione di una manifestazione risonante “alcune associazioni stanno cercando di appropriarsi della paternità dell’organizzazione,” dichiara Caldaroni, “ma ciò non mi interessa. L’importante è fare arrivare il nostro messaggio là dove si decidono le sorti di una intera categoria. Poi le medaglie, chi se le attacca, non mi interessa”.