Il prossimo, e ultimo, round di colloqui tra il Regno Unito e UE è fissato per il 1° giugno. Se non si raggiungerà un accordo entro il 30 giugno, che è la data finale in cui è possibile concordare un’estensione del periodo di transizione della Brexit, il Regno Unito lascerebbe l’UE a dicembre senza un accordo.
Il terzo round di negoziati è stato completato venerdì scorso, con entrambe le parti che hanno espresso frustrazione per il lento progresso dei colloqui.
Il capo negoziatore del Regno Unito, David Frost, ha espresso il suo sgomento per il fatto che i negoziatori dell’UE non si siano spostati sulla questione dell’accesso dell’UE alle acque di pesca del Regno Unito e alle normative sulla concorrenza delle imprese.
All’inizio di giugno ci sarà un altro ciclo di negoziati prima che entrambe le parti decidano se valga la pena continuare con i colloqui. Se non sarà raggiunto un accordo, verranno eretti ostacoli agli scambi tra il Regno Unito e l’UE sotto forma di tariffe alle condizioni dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC).
Venerdì scorso, Frost ha dichiarato che i negoziatori del Regno Unito e dell’UE hanno “fatto pochissimi progressi verso l’accordo sulle questioni in sospeso più significative”. Ha anche affermato che i negoziatori dell’UE non hanno trattato il Regno Unito come uno stato indipendente in cerca di un accordo di libero scambio.
Le due questioni più controverse sono la politica della pesca e la cosiddetta parità di condizioni regolamentari.
Bruxelles sta chiedendo di mantenere lo stesso accesso di pesca alle acque britanniche per i suoi Stati membri di quando il Regno Unito era nell’UE. L’UE chiede inoltre che il Regno Unito sottoscriva condizioni di parità per garantire alle imprese britanniche un vantaggio competitivo a lungo termine. In cambio, il Regno Unito sarebbe in grado di commerciare con l’UE a tariffa zero.
Tuttavia, il Regno Unito ha ripetutamente affermato che la posizione dell’UE in questi due settori non è sostenibile. Frost ha dichiarato: “Il principale ostacolo è l’insistenza dell’UE a includere una serie di proposte nuove e sbilanciate sul cosiddetto ‘campo di gioco paritario’ che vincolerebbe questo paese al diritto o alle norme dell’UE”.
“Per fare progressi in questi negoziati, se è intenzione del Regno Unito raggiungere un accordo con l’Unione Europea, il Regno Unito dovrà essere più realistico. La politica commerciale non è più quella di una volta. Non siamo più negli anni ’70, un’epoca in cui gli accordi commerciali miravano esclusivamente a smantellare le barriere tariffarie”, così si è espresso il capo negoziatore europeo Michel Barnier.