“Mentre a Roma, nel organismo MEDAC, si discute per i piani di gestione del pesce azzurro e dell’Adriatico, l’Adriatico e i pescatori del Mediterraneo affrontano i giorni peggiori dovuti ad attacchi da parte dei delfini. L’altra sezione di ieri dedicata agli impatti socioeconomici dei piani di gestione, coordinatore il Dott. Pucillo Antonio, rappresentante dell’ETF che aveva già evidenziato ad Aiaccio che i piani di gestione elaborati in Commissione Europea Pesca deficitano su interventi mirati al mantenimento e sostegno dei pescatori in vista di applicazione di riduzioni di giornate e di cattura. Quindi ancora un doppio gioco per i pescatori.
Lavorare meno lavorare tutti era uno slogan che evocava cattivi presagi e non è quello che i pescatori europei vogliono. Bene la nomina del dott. Donatella alla guida della DG MARE, intanto i nostri pescatori come in una nuvola ancora non hanno ricevuto ad oggi il fermo pesca relativo al 2015 e 2017. In molti stanno ricevendo lettere di diniego per aver errato la domanda di manifestazione di interesse sul fermo. Ma che dovevano manifestare se per decreto sono stati fermati? Con quali risorse e fra quanti anni si pensa di far fronte al nuovo fermo pesca che si chiede di effettuare? Abbiamo chiesto, senza ricevere nessuna risposta, il de minimis per gli attacchi dei delfini. Alle regole ci stiamo e vogliamo esserci sempre, ma in nome di una sostenibilità economica che sia prevalente dalla sostenibilità ecologica. Dalla riva in poi chi protegge il pescatore?”
Così in una nota il presidente di UNCI Agroalimentare Gennaro Scognamiglio