Ieri mattina il motopesca Ghibli Primo, iscritto al Compartimento marittimo di Mazara del Vallo, è stato fermato in acque internazionali antistanti la Libia. Il fermo del motopesca è avvenuto intorno alle ore 9,30 a circa 25 miglia nord nord-est dalla zona di Bomba, nell’area di Tobruk. Il motopesca è stato affiancato da un’imbarcazione con a bordo miliziani libici armati che hanno intimato al comandante Faro Licavoli e agli altri sei membri dell’equipaggio (tre italiani e tre tunisini) di arrestare l’attività di pesca e di seguirli; le due imbarcazioni sarebbero in navigazione verso un porto ad ovest di Derna, probabilmente Ras al Helal o a Bengasi.
“Si tratta di una modalità inusuale – ha dichiarato Giovanni Tumbiolo, presidente del Distretto della Pesca e Crescita Blu – in quanto il peschereccio si trovava nelle acque internazionali antistanti il Protettorato di Tobruk le cui autorità prontamente contattate erano all’oscuro dell’episodio”.
L’Assessore regionale all’Agricoltura e Pesca, l’On. Antonello Cracolici, ha seguito da subito le fasi della concitata vicenda ed ha chiesto alle Autorità militari di intervenire con mezzi navali ed aerei per scongiurare il pericolo di un sequestro in una zona considerata pericolosa. Lo stesso Cracolici ha allertato le Autorità diplomatiche italiane mettendosi in contatto con il Sottosegretario agli Affari Esteri, on. Vincenzo Amendola”.
“Nonostante la solerzia e l’incessante attività del Comando Generale delle Capitanerie di Porto ed in particolare della Centrale Operativa di Mazara del Vallo sotto la guida del Comandante Giuseppe Giovetti – ha aggiunto Tumbiolo – il motopesca “Ghibli Primo”, è stato condotto nel porto cirenaico di Ras al Hilal”.
Il Ministero degli Affari Esteri, guidato dal siciliano Angelino Alfano, è al lavoro per tentare di sbloccare questa vicenda attivando la filiera diplomatica