“Il rigidismo di una assurda regolamentazione comunitaria rischia di annientare definitivamente la già provata e fragile economia ittica siciliana”. Lo ha affermato il Presidente Giovanni Tumbiolo a Marausa (Trapani) nel corso della quarta tappa del “Road Show Filiera Ittica Siciliana. “Il caso del motopesca Daniela L – ha spiegato Tumbiolo – confiscato dai miliziani libici a seguito di un ingiusto sequestro avvenuto nell’ottobre 2012, è emblematico”.
Oltre il danno la beffa! L’armatore del peschereccio è stato pure escluso dall’unico piccolo e legittimo ristoro che sarebbe dovuto derivare dal premio per la demolizione previsto dai regolamenti dell’U.E. Il motivo? la mancanza di 75 giorni di pesca nell’anno 2013. Ma come avrebbe mai potuto pescare una imbarcazione che, per causa di forza maggiore, era ed è in stato di fermo nel porto di Bengasi?”
Il Distretto della Pesca si rivolge al Presidente della Repubblica Mattarella chiedendo di fare rispettare agli organi competenti le regole. “La prima regola alla quale tutti ad ogni livello ci dovremmo attenere – ha sottolineato Tumbiolo – è il buonsenso”. Ancora la marineria siciliana attende un ristoro, il naturale risarcimento per una controversia internazionale dimenticata che gli esperti hanno calcolato in oltre 90 milioni di euro e relativa alla cosiddetta “guerra del pesce” che dura da oltre 50 anni ed i cui danni sono stati a carico esclusivamente della comunità dei pescatori siciliani.