“La pesca elettrica in Europa va fermata una volta per tutte. Un periodo di transizione è tale solo se vi è una data che sancisce lo stop definitivo a un tipo di pesca che comporta gravi conseguenze sia per gli ecosistemi marini sia per le piccole imbarcazioni. Ecco perché ho presentato una serie di emendamenti al testo di compromesso sul regolamento Ue misure tecniche, al cui interno è stata inserita la questione della pesca elettrica”, è quanto afferma Rosa D’Amato europarlamentare del Movimento 5 Stelle.
“Ho chiesto che il periodo di transizione termini il 31 luglio 2019 e non nel dicembre 2021, come proposto dal relatore Gabriel Mato. E soprattutto ho chiesto di cancellare qualsiasi scappatoia legale che possa consentire alla pesca a impulsi di proseguire anche dopo il periodo di transizione, come il riferimento assurdo alla ricerca: vorrebbero far passare questa attività come una sorta di sperimentazione scientifica, aprendo di fatto a nuove licenze: un’assurdità. Ricordo, a tal proposito, che lo sviluppo della pesca elettrica è stato fortemente sovvenzionato dai contribuenti europei – almeno 21,5 milioni di euro dal 2007 – anche per portare avanti delle ricerche che non sono state mai effettuate”, prosegue l’europarlamentare.
“Le verità è che le lobby industriali, nello specifico quelle olandesi, stanno cercando in tutti i modi di ribaltare quello che il Parlamento europeo ha sancito ben due volte: la pesca elettrica ve fermata una volta per tutte. Farò di tutto perché i tentativi di Commissione e Consiglio di aggirare quanto sancito dall’unica istituzione Ue eletta dai cittadini, ossia l’Eurocamera, siano improduttivi. Lo farò per il bene del nostro ecosistema marino, ma anche dei pescatori italiani: in Olanda, il 92% delle sogliole è pescato attraverso la corrente elettrica e la fetta maggiore di queste catture viene esportato proprio in Italia. Un altro schiaffo per i nostri pescatori a cui intendo porre fine. Per sempre”, conclude la D’Amato.