Come anticipato da Pesceinrete, martedì 23 giugno la Commissione europea ha disposto il fermo immediato delle catture di merluzzo bianco nell’area del Baltico per evitare il collasso immediato dello stock. Lo stop rientra tra le misure straordinarie previste dalla riforma della Politica comune della pesca (PCP) del 2013 e durerà fino al 31 dicembre di quest’anno, coprendo dunque il periodo delicato di deposizione delle uova.
Informa la Commissione che dietro al rischio di collasso, non vi è solo la pesca eccessiva ma anche fattori ambientali che includono la mancanza di salinità e lo scarso ossigeno, le alte temperature dell’acqua, insieme all’infestazione di parassiti. Dal 2014 l’Ue ha ridotto in modo continuo le quote di catture, riducendole ulteriormente del 15% per il 2019. I pescatori utilizzano tuttavia il 40-60% delle catture concesse, che dimostrerebbe secondo la Commissione l’evidente riduzione dello stock. Quest’anno i pescatori si sono spinti finora solo al 21% della quota stabilita.
“L’impatto dell’esaurimento di questo stock sarebbe catastrofico per il sostentamento di molti pescatori e delle comunità costiere di tutto il Baltico,” ha detto il Commissario europeo alla pesca Karmenu Vella. “Dobbiamo agire con urgenza per ricostituire lo stock, nell’interesse sia del pesce che dei pescatori.” La Commissione stima che la misura emergenziale interesserà 8 Stati membri e circa 7mila pescherecci. Paesi come Lituania e Polonia, inoltre, pescano la metà delle catture di merluzzo loro consentite da questo mare.
Europêche, l’organizzazione che difende gli interessi dei pescatori europei ha criticato pesantemente la misura della Commissione, avendo preferito piuttosto una riduzione, anche significativa, delle quote esistenti senza creare rischi economici per la comunità ittica locale. Sempre secondo la lobby dei pescatori, la posizione rigida della Commissione sarebbe non proporzionata alla decisione presa l’anno precedente, quando l’Esecutivo Ue aveva proposto un limite di catture del 45% superiore al parere scientifico del Consiglio internazionale per l’esplorazione del mare (ICES).
Critiche anche dalle ONG, ma per motivi opposti. Per OurFish il fermo è troppo poco e arriva troppo tardi. Non hanno convinto in particolare sia la misura di fornire un’esenzione alla pesca industriale per le catture accessorie, ma anche l’occasione persa di introdurre un monitoraggio obbligatorio di queste imbarcazioni. L’ONG Oceana ha accolto positivamente la decisione, considerata una mossa importante per mitigare il collasso di una popolazione ittica particolarmente vulnerabile, ma ha chiesto anche un piano di azione a lungo termine.
Gerardo Fortuna