UNCI Agroalimentare: anche per i piccoli pelagici piano di gestione basato su un sistema di quote – Questione delicata quella della gestione dei piccoli pelagici in Adriatico: un bacino costantemente oggetto di attenzione e monitoraggio da parte di UE e CGPM, sempre impegnate nella ricerca di soluzioni durature e tendenti alla salvaguardia degli stock di acciughe e sardine. La maggior parte del cosiddetto pesce azzurro (circa il 90% del totale nazionale) viene pescato proprio in Adriatico, tant’è che le imbarcazioni dedite a tale pesca si concentrano soprattutto sul litorale Marche/Abruzzo. In base alle risultanze scientifiche a disposizione della UE e della CGPM, la risorsa acciuga/sarda risulta in sofferenza per eccessivo sfruttamento ormai da tempo. Se la PCP prevede, in generale, una attività di pesca che sia assolutamente responsabile e dunque sostenibile da un punto di vista ambientale, l’UE persegue da tempo, anche per i Piccoli Pelagici, l’obiettivo di ridurre lo sforzo di pesca attraverso la proposta e l’attuazione di piani di gestione pluriennali basati sulla riduzione delle catture, sulle taglie minime di sbarco e sulle limitazioni di pesca spazio/temporali. Seguire il solco tracciato dalla PCP determina un importante rafforzamento del concetto di salvaguardia dello stock, ma è pur necessario non trascurare la sostenibilità economica e sociale dei pescatori: sostenibilità che risulta compromessa da periodi di fermo biologico sempre più lunghi e restrizioni spaziali eccessivamente penalizzanti.
“La preoccupazione di UNCI Agroalimentare circa la gestione dei piccoli pelagici si lega a varie problematiche: senza perdere di vista l’obiettivo della salvaguardia ambientale e quello della ripresa dello stock, l’attenzione resta saldamente rivolta anche alla componente economica e reddituale dei nostri pescatori che, ad oggi, faticano a raggiungere una soglia minima di guadagno. In continuità con le precedenti esperienze progettuali, per la corrente annualità del Piano Triennale della Pesca e dell’Acquacoltura, abbiamo deciso di realizzare un progetto dedicato ad una ‘Analisi di gestione sostenibile della pesca e dei piccoli pelagici, con annessa proposta di un piano volontario di gestione nelle GSA 17/18’. L’obiettivo del programma è l’acquisizione, e dunque l’aggiornamento, dei dati relativi ai pescherecci (volanti e lampare) operanti nelle due GSA di interesse e dei dati relativi agli sbarchi in maniera tale da individuare degli indicatori utili che possano permettere la stesura di un piano volontario di gestione dei piccoli pelagici in Adriatico. È necessario salvaguardare questo segmento produttivo e, partendo dai recenti provvedimenti che hanno introdotto per il 2022 una quota TAC per l’Italia (il livello massimo di catture espresso in tonnellate) al momento indivisa per acciuga e sardina, vorremmo avallare la proposta di un regime di quote che, tenendo in debito conto il numero delle imbarcazioni autorizzate, si basi su un sistema di prelievo certificato che, mentre limita lo sfruttamento della risorsa contingentando il quantitativo sbarcato, riesca contemporaneamente a mantenere alti gli standard lavorativi permettendo ai pescatori di condizionare (attraverso ad esempio pezzatura del pesce e miglior prezzo di vendita) quelle dinamiche di mercato che favoriscono il proprio reddito. Siamo convinti che un piano di gestione di questo tipo possa far si che le politiche di commercializzazione tornino a premiare la qualità del pescato e non la quantità, promuovendo concretamente e realmente la sostenibilità sia ecologica che economica di questo tipo di attività”.
Così Gennaro Scognamiglio, presidente nazionale UNCI Agroalimentare.