Il WWF chiede alle 48 nazioni presenti da ieri a Vilamoura, in Portogallo di porre fine agli oltre tre decenni di pesca eccessiva di pesce spada nel Mediterraneo e di adottare con urgenza un ambizioso piano di ripresa per evitare il collasso della specie.
I paesi che fanno parte della Commissione internazionale per la conservazione dei tonnidi dell’Atlantico (ICCAT), compresi gli Stati Uniti e il Giappone, più l’Unione Europea (UE), riuniti da ieri e fino al 21 novembre, decideranno in merito ai sistemi di gestione per le specie chiave come il pesce spada del Mediterraneo , il tonno rosso, e gli squali.
Il WWF esprime serie preoccupazione per l’attuale tasso di esaurimento di pesce spada e si appella ad azioni destinate a prevenire il testimoniato collasso degli stock di tonno rosso del Mediterraneo.
“Il futuro del pesce spada del Mediterraneo è seriamente a rischio”, ha detto Giuseppe Di Carlo, Direttore del WWF Mediterranean Marine Initiative. “Le catture sono diminuite di quasi il 50 per cento negli ultimi venti anni e troppi giovani esemplari sono catturati prima che possano riprodursi e garantire la sopravvivenza della specie. Non possiamo permetterci di ritardare le azioni e ripetere lo stesso errore che in passato ha portato il tonno rosso sull’orlo del collasso”.
Secondo il comitato scientifico dell’ICCAT, lo stock di pesce spada è dell’88 per cento inferiore ai livelli considerati sicuri, le catture di pesce sono il doppio di come dovrebbero essere e il 70 per cento del pesce pescato è rappresentato da esemplari giovani.
“Vi è la necessità di un’azione urgente per invertire il declino dello stock”, ha aggiunto Di Carlo. “È fondamentale per l’ICCAT attuare un piano di recupero ambizioso per il pesce spada del Mediterraneo per portare lo stock di nuovo ad un livello sostenibile. Ciò garantirà la sopravvivenza delle grandi comunità di pescatori del Mediterraneo la cui sussistenza e prosperità dipendono da esso”.
Il pesce spada del Mediterraneo è una specie di grande valore per molti paesi del Mediterraneo, la flotta UE vanta il 75 per cento del totale delle catture, con in testa l’Italia, la Spagna e la Grecia. Il WWF chiede di ridurre in modo significativo la quantità di pesce spada pescato per consentire il recupero dello stock.
Per quanto riguarda il tonno rosso, il WWF riconosce che la situazione dello stock sta migliorando e raccomanda di adottare un approccio precauzionale e mantenere il piano di recupero corrente di 23,155 tonnellate nel 2017.
Il WWF è anche preoccupato per la sorte degli squali, in particolare il mako blu e lo Shortfin che sono vulnerabili alla pesca eccessiva.
Il WWF esorta i governi ICCAT volta a istituire piani di gestione a lungo termine, tra cui la fissazione di limiti di cattura precauzionali per garantire a queste specie iconiche rimanere nei nostri mari. L’ICCAT deve anche essere d’accordo su una politica no-shark-finning, oltre a migliorare la conformità ai divieti esistenti che obbligano i pescatori di sbarcare gli squali con la loro pinna attaccata.