Il Mar Mediterraneo: crocevia di popoli, civiltà, culture, economie, tradizioni. Storicamente culla di grandi civiltà rimaste ineguagliate e oggi terreno di scontro tra Stati che vogliono accaparrarsi diritti di “proprietà” economicamente vantaggiosi. E’ cronaca dei nostri tempi la lotta fra gli Stati che si affacciano su questo mare e che vogliono definire proprie ZEE (zone economiche esclusive): noti gli accordi tra Cipro, Israele e Libano a discapito soprattutto della Turchia ma anche della Grecia e dell’Italia. Proprio la Turchia però di recente ha delimitato la propria ZEE con la Libia cambiando lo scenario geopolitico mediterraneo a netto sfavore proprio della Grecia. Quest’ultima cerca con l’Italia la definizione di una ZEE nonostante il nostro paese dimostri una sorta di “cautela”.
UNCI Agroalimentare ritiene questo della ZEE con la Grecia un argomento particolarmente delicato. Ci sembra inopportuna l’eventuale creazione di un “vicolo stretto” che andrebbe a penalizzare non poco la nostra flotta peschereccia pugliese. All’orizzonte si intravede una non ben definita controversia con la Croazia in merito alla “questione Adriatico”.
Ancora: enormi preoccupazioni ci vengono manifestate anche dai nostri pescatori siciliani la cui attività è già fortemente condizionata dalle restrizioni di prelievo relative al Canale di Sicilia e dagli accordi bilaterali tra Italia e Tunisia. La creazione di una ZEE con la Grecia andrebbe a svantaggio anche dei pescatori siciliani che spesso si spingono fino al mare che circonda Creta per pescare gamberi rossi e non solo.
Chiediamo allora alle Istituzioni Italiane e soprattutto alla Ministra Bellanova di non lasciare inascoltato il nostro appello e di evitare di regalare “pezzi di mare”: i pescatori italiani non possono e non devono subire ulteriori danni provocati da decisioni politiche che a volte risultano addirittura scriteriate.
UNCI Agroalimentare rappresentando il 20% del sistema associativo italiano per quanto riguarda la pesca ed essendo prima in Sicilia come struttura regionale, non può restare indifferente al delinearsi di questi nuovi scenari geopolitici che determinano conseguenze economiche negative per il ceto peschereccio del nostro Paese.
Ci chiediamo e chiediamo alla Nostra Ministra: abbiamo ancora delle acque dove mandare i nostri pescatori a lavorare? Abbiamo ancora delle opportunità di cui discutere nelle sedi opportune? La teoria dell’ “Alto Mare” è una teoria che possiamo ancora attuare?
Confidiamo nel lavoro della Direzione Generale della Pesca che spesso riesce con successo a canalizzare gli eventi nel verso giusto. Confidiamo in un momento di riflessione e di azione
Così il presidente nazionale di UNCI Agroalimentare in una lettera aperta alla Ministra Teresa Bellanova