Pur chiamata “cocaina” non si tratta di nulla di illegale, o quasi. La definizione di “cocaina acquatica” si riferisce alla vescica natatoria di totoaba, specie autoctona del Golfo del Messico, che come la cocaina è commercializzata a prezzi esorbitanti, dai 2.500 a 9.400 dollari l’etto. In Cina, la pesca smisurata di tale specie ha compromesso la sua popolazione e adesso un rapporto dell’ EIA (Environmental Investigation Agency) ne grida al preoccupante rischio estinzione. Perché tanto interesse per tale specie? Basti sapere che, una volta essiccata, la vescica natatoria di totoaba viene usata come alimento e rimedio naturale per la salute, oppure acquistata da sempre più cinesi come oggetto da collezione o investimento. Peccato che tutto ciò sia assolutamente illegale, almeno a partire dal 1975 quando fu vietata la cattura di questa tipologia di pescato. A fare le spese di tale pratica viene coinvolto anche un altro pesce, la vaquita, un piccolo cetaceo di cui restano meno di 100 esemplari al mondo, che a suo discapito rimane impigliata nelle reti durante la pesca fuori legge di totoaba. I dati raccolti dall’EIA sono stati resi noti in occasione della CITES di Ginevra, la Convenzione Internazionale sulle specie in via d’estinzione, che terminerà il prossimo 15 gennaio.
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