L’Esecutivo europeo ha emendato martedì il regolamento sulle opportunità di pesca per il 2019, modificando la quota annuale di catture massime consentite per le acciughe nell’area iberica che comprende le coste atlantiche di Spagna e Portogallo, dal Golfo di Biscaglia al porto di Cadice.
A partire dal 1 luglio 2019 al 30 giugno 2020 potranno essere pescate 4.281 tonnellate nelle zone di pesca spagnole e 4.761 in quelle portoghesi, per un totale di 8.952 tonnellate. Nel 2018 le catture massime erano state fissate a 12.500 tonnellate circa.
L’area iberica è sotto stretta osservazione sin da quando la popolazione di acciughe nel Mar Cantabrico e soprattutto nel Golfo di Biscaglia era collassata nel 2005, portando l’Ue a predisporre uno stringente fermo biologico per oltre 5 anni per evitare l’estinzione delle iconiche acciughe cantabriche, considerate tra le migliori al mondo e prodotto pregiato dei Paesi Baschi.
Diverse sono le industrie conserviere italiane che operano in zona, ultime eredi di una tradizione che vuole proprio gli immigrati italiani tra i principali iniziatori della filiera, avendo esportato il metodo di salatura e conservazione delle acciughe nel XIX secolo. Ancora oggi nel borgo di pescatori di Santoña si può percorrere il paseo de lo salazoneros italianos, il corso dei salatori italiani.
Attualmente gli stock più popolosi di acciughe si trovano tuttavia nella parte meridionale dell’area iberica, in corrispondenza delle coste a largo di Algarve e Cadice. La pesca delle acciughe si pratica soprattutto da aprile a giugno, perlopiù a strascico e a circuizione.
La situazione degli stock nel Golfo di Biscaglia migliorò notevolmente in seguito all’adozione per la gestione dello stock da parte dell’Ue del sistema di rendimento massimo sostenibile, in sostanza un modello di quote flessibili che sfrutta il meccanismo della strategia di scappamento della biomassa (biomass escapement strategy). Tale modello è usato dal danese Consiglio internazionale per l’esplorazione del mare (ICES) per gestire le popolazioni ittiche di nove specie dal ciclo di vita breve nel Mare del Nord, Mare di Bering e appunto per le acciughe a largo dei Paesi Baschi.
Il sistema prevede la pesca di un’alta frazione dello stock quando la biomassa è alta, riducendola quando invece è bassa per mantenere alte probabilità di un sufficiente stock riproduttore, assicurando capacità riproduttiva con il 95% di probabilità.
L’adozione di un meccanismo del genere era stata sostenuta anche per le acciughe e le sardine nel Mare Adriatico lo scorso novembre durante il dibattito sul piano multiannuale per i piccoli pelagici. In particolare, l’emendamento che voleva introdurre il modello di scappamento della biomassa era stato respinto con una maggioranza di soli tre voti (329 a 326 in plenaria).
L’introduzione delle quote flessibili per il Mare Adriatico era sostenuta da due ex eurodeputati italiani, il verde Marco Affronte e Nicola Caputo del PD, mentre il relatore per il Parlamento europeo sul dossier, la croata Ruža Tomašić, aveva chiesto che il sistema venisse adottato solo in futuro poiché non ancora disponibili informazioni concrete sui suoi effetti.
Tomašić in particolare aveva accusato la Commissione, favorevole all’introduzione del meccanismo di quote nell’Adriatico, di agire in modo non etico con gli eurodeputati e manipolando i fatti. Il piano multiannuale per l’Adriatico deve essere ancora negoziato dai due co-legislatori, Consiglio Ue e Parlamento, e sarà discusso nel corso della presidenza di turno finlandese dell’Ue.
Gerardo Fortuna