L’acquacoltura continua a restare al centro della discussione mondiale dal momento che con la sua produzione si riesce a soddisfare la metà delle richieste ittiche dell’umanità. La richiesta in continuo aumento di prodotto ittico lascia chiaramente intendere che questo settore farà registrare nei prossimi anni una importante crescita a livello. Secondo un rapporto del World Resources Institute, si stima che entro il 2050 le “colture in acqua” raddoppieranno rispetto alle produzioni attuali.
Il tema più preoccupante che insidia il settore dell’acquacoltura è la paventata possibilità che l’allevamento di specie acquatiche possa avere ricadute dannose sull’ecosistema, ma questo sarebbe possibile solo se non venisse adeguatamente regolato l’uso di pesticidi e di antibiotici e nel caso in cui non fosse tutelata l’autoctonia delle specie. L’acquacoltura se perfettamente regolamentata potrebbe divenire una pratica parecchio più sostenibile rispetto all’attuale incontrollato sfruttamento degli stock naturali.
In Europa, dove produzione e consumo del pescato vanno di pari passo, prima nel 2002 e poi nel 2009, sono state tracciate le linee guida per adottare una strategia per lo sviluppo sostenibile dell’acquacoltura, mentre con il FEAMP, il principale strumento di sostegno alla nuova politica comune della pesca (PCP) si cercherà entro il 2020 di incentivare e supportare un sistema d’acquacoltura sostenibile, competitivo, basato su metodi di produzione ecocompatibili e rigorose normative in materia di qualità, salute e sicurezza.
Negli USA, l’importazione di pesce arriva al 90 per cento, scatenando polemiche sulla dubbia sostenibilità degli ambienti di provenienza e sulla sicurezza del prodotto stesso. Aumentare la produzione interna potrebbe arginare il fenomeno e per questo il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) ha redatto una serie di norme per la regolamentazione dell’acquacoltura nelle acque federali, prestando molta attenzione agli allevamenti situati nelle acque del Golfo del Messico.
“La domanda di prodotti ittici negli USA è in continuo aumento e l’acquacoltura potrebbe rappresentare una singolare opportunità, ci permetterebbe di far fronte alla domanda e allo stesso tempo anche di creare maggiori opportunità per l’industria ittica e per l’intero comparto creando nel contempo nuovi posti di lavoro”, ha evidenziato Kathryn Sullivan, amministratore della NOAA.