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Home Acquacoltura

Acquacoltura del pesce gatto sostenibile, più veloce e più produttiva

Mariella Ballatore by Mariella Ballatore
1 Febbraio 2019
in Acquacoltura, Sostenibilità
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acquacoltura Pesce Gatto
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Con il 57 % del pesce consumato nell’UE importato da Cina e Sudest asiatico, i produttori europei si trovano di fronte a una forte concorrenza, resa ancora più grave dall’esaurimento degli stock ittici. La produzione di pesce gatto per esempio è superata dalla produzione di pangasio e c’è un disperato bisogno di tecniche di produzione più efficienti per l’acquacoltura. È quello che promette di fornire il progetto SILGEN.

A fronte di un rendimento stagnante della pesca e dei dubbi sull’acquacoltura dal punto di vista sanitario e ambientale, la domanda di sistemi di acquacoltura sostenibile che forniscano prodotti sani freschi, di alta qualità e locali e che rispettino regole severe per proteggere il consumatore, i pesci e l’ambiente non è mai stata tanto alta.

Aranyponty Zrt., un’azienda ungherese che produce pesce di acqua dolce e gestisce un sistema di allevamento ittico di oltre 1 500 ettari a Retimajor, spera di soddisfare questa richiesta con una tecnica di allevamento sostenibile per il pesce gatto europeo (Silurus glanis). La loro tecnologia è efficiente dal punto di vista delle risorse, rispettosa dell’ambiente, più veloce e più produttiva rispetto alle alternative esistenti e ha ricevuto finanziamenti dell’UE nell’ambito dello Strumento per le PMI tramite il progetto SILGEN (Sustainable farming of European catfish (Silurus glanis) for innovative, resource efficient and eco-friendly pond farm production).

Ferenc Lévai, coordinatore di SILGEN, parla delle principali innovazioni del progetto e dei risultati del suo studio di fattibilità prima della conclusione prevista per il 31 maggio.

In che modo la vostra soluzione di acquacoltura differisce dalle pratiche esistenti?

Con la tradizionale acquacoltura in vasca, pesci predatori di alta qualità (e di alto valore) sono allevati solo in policoltura con i ciprinidi. Il rapporto è circa il 3-4 % della produzione totale. Questo significa non più di 30-40 kg/ha, anche negli allevamenti di pesce tradizionale considerati “buoni”.

Il nostro pesce target, il pesce gatto europeo, è anch’essa una specie predatoria di alto valore. Finora questo pesce veniva allevato principalmente in vasche di terra con una densità molto bassa, nutrito con ciprinidi, o in sistemi in cui l’alimentazione era costituita da pellet artificiali. Entrambe le tecniche si mantengono al confine tra perdite e profitti ed è per questo che la produzione è così bassa rispetto alla carpa o alla trota nell’Europa centrale e orientale.

Con il nostro progetto abbiamo associato la tecnica che usa sistemi chiusi al ricircolo dell’acqua e alla coltura in vasca. Un sistema chiuso è eccellente per la produzione di yearling, ma la produzione di pesce gatto delle dimensioni giuste per il consumo può dover competere con il pangasio proveniente dall’Asia solo usando l’allevamento in vasca. Associando la produzione di yearling in “Sistemi di acquacoltura ricircolante” (RAS) e la produzione di pesce da tavola in vasca possiamo ridurre il tempo di produzione di due anni – invece dei tre necessari con il vecchio metodo – e aumentare la produzione da 30 kg/ha a 3 000 kg/ha di pesce gatto. In questo caso il pesce viene nutrito con mangime, ma può consumare anche un sacco di organismi naturali cresciuti in vasca. Questi completano i nutrienti nel mangime. Un’altra differenza tra la nostra nuova tecnica e quella vecchia è che applichiamo il ricircolo in vasca in un modo speciale. Usiamo una tecnologia che fa risparmiare acqua grazie alla quale l’acqua inquinata della vasca intensiva viene pulita in una vasca di “policoltura senza mangimi” a bassa densità.

Perché avete deciso di concentrarvi sul pesce gatto europeo?

Il pesce gatto europeo è il secondo pesce d’acqua dolce per grandezza (dopo lo storione). È una specie predatoria che cresce in fretta ed è gustosa, non avendo spine intermuscolari. Sopporta bene le basse temperature invernali (al contrario del pesce gatto africano) e si può allevare nelle nostre grandi vasche per carpe.

Cosa avete imparato finora dallo studio di fattibilità condotto nell’ambito della fase 1 di H2020?

La possibilità di svolgere uno studio di fattibilità nell’ambito della fase 1 dello Strumento per le PMI è stata una grande opportunità per rafforzare la nostra strategia di business. La buona notizia è che il nostro progetto ha un mercato al rialzo e poiché si tratta di una specie autoctona, non c’è pericolo che alcuni individui scappino dalla vasca di allevamento verso fiumi o laghi naturali.

Abbiamo scoperto anche che il nostro prodotto più venduto sarà il “filetto fresco in ghiaccio”. Può competere bene con il pangasio. La freschezza e le brevi distanze sono i fattori più importanti ed è per questo che l’uso di un pesce autoctono sarà un grande vantaggio.

Quali sono le principali garanzie che date ai vostri consumatori?

L’obiettivo dell’attuale progetto nell’ambito della fase 1 dello Strumento per le PMI è svolgere uno studio di fattibilità. Durante la fase 2 però abbiamo in programma di svolgere un progetto pilota più ampio nel nostro allevamento di 1 500 ettari che dimostrerà la tecnologia in un ambiente reale e darà garanzie al cliente.

Quindi avete in programma di richiedere fondi per la fase 2 dopo la conclusione del progetto a maggio? Cos’altro cercherete di ottenere con questi ulteriori finanziamenti?

Certamente abbiamo in programma di fare domanda per la fase 2. I finanziamenti – che speriamo di ottenere – saranno usati principalmente a fini tecnologici e per la commercializzazione di SILGEN. Abbiamo in programma di modificare le nostre vasche per adattarle al pesce gatto e di svolgere un lavoro di selezione usando la “Selezione assistita da marcatori” (Marker assisted selection o MAS) per sviluppare una varietà di pesce gatto più resistente e caratterizzata da una crescita ancora più veloce.

Quest’ultimo lavoro è programmato in stretta collaborazione con genetisti dell’Università di Pannonia in Ungheria. Anche il miglioramento del nostro impianto di lavorazione farà parte del progetto per contribuire a tale sviluppo.

Come pensa che sarà la sua azienda tra cinque anni?

Nel nostro allevamento (grande circa 1 500 ettari) vorremmo raggiungere una produzione di circa 2 000 tonnellate di pesce gatto e in collaborazione con altri allevamenti, che coprono circa 5 000 ettari, vorremmo raggiungere altre 2-3 000 tonnellate di pesce gatto nei prossimi cinque anni. Vorremmo anche diventare il principale fornitore di pesci piccoli per gli allevamenti con cui collaboriamo.

Tags: acquacolturaFerenc Lévaipesce gatto
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Co-founder e Direttrice di redazione. Pubblicista dal 2006 racconta il mondo da oltre un trentennio attraverso giornali, televisione e radio. Come conoscitrice del settore pesca e acquacoltura è stata più volte invitata a moderare e relazionare in convegni organizzati tra gli altri dalla Conferenza Episcopale Italiana – Ufficio nazionale dell’Apostolato del Mare, AquaFarm, Blue Sea Land.

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