Gli impianti di acquacoltura offshore sono diventati sempre più popolari in Cina, dal momento che le regioni costiere spostano gli allevamenti ittici da siti terrestri a rischio ambientale. Il risultato sorprendente è che le piattaforme offshore si stanno rivelando popolari per un altro driver economico: il turismo.
I turisti che visitano gli impianti di acquacoltura al largo della costa di Rongcheng, nella provincia dello Shandong, pagano per raggiungere in barca le piattaforme degli allevamenti lì possono nutrire il pesce e possono anche pescare da soli.
Gli ultimi dati sulla “pesca ricreativa” parlano di cifre che superano i 300 milioni di euro, 329,8 per la sola Rongcheng nel 2018, si tratta di denaro speso e reddito generato localmente.
Per via di questo successo, il governo della città di Rongcheng sta collaborando con le aziende locali di acquacoltura e con le cooperative di pescatori per costruire nove piattaforme di “pesca per il tempo libero“.
L’acquacoltura e la pesca tradizionale a Rongcheng e in altre regioni costiere sono state schiacciate dall’applicazione accresciuta dei regolamenti ambientali e delle moratorie di pesca, costringendo il governo a creare nuovi posti di lavoro in aree come il turismo. Le autorità locali di tutta la Cina si sono affrettate a creare e commercializzare le attrazioni turistiche in quanto il settore del turismo e del tempo libero diventa un motore trainante dell’economia cinese. La Cina ha registrato un deficit di 240 miliardi di dollari (212,6 miliardi di euro) nella spesa turistica nel 2018, poiché il numero di cinesi che viaggiano all’estero continua a crescere. L’enorme spesa all’estero dei suoi cittadini è uno dei motivi per cui il surplus delle partite correnti della Cina si è ridotto dello 0,4% del PIL nel 2018.
Foto: Kang Ning