Sono cinque le principali minacce che coinvolgono le acque del nostro Pianeta: la plastica negli oceani, l’innalzamento del livello del mare, le trivellazioni nell’Artico, la pesca smodata e la progressiva perdita della barriera corallina. Analizziamoli nello specifico. Partendo dalle quantità di plastica nei mari, si può facilmente asserire che queste siano ormai diventate un vero problema non solo per l’ecosistema marino, ma anche per la salute umana. Un rapporto delle Nazioni Unite del 2012, stabilisce come in un chilometro quadrato di mare galleggino 46 mila pezzi di plastica. Il dato allarmante è che i numeri aumenteranno nei prossimi dieci anni. Le dimensioni della plastica sono davvero ridotte, inferiori a 5 millimetri, tanto piccole da venire ingerite da pesci, uccelli e altri organismi marini fino ad arrivare all’uomo che si nutre di specie ittiche contenenti plastica. La quantità di plastica negli oceani è ormai così alta da accumularsi in vere e proprie isole galleggianti a causa delle correnti. Queste si possono trovare nel Pacifico e nell’Atlantico. Tra i problemi che affliggono i nostri mari c’è sicuramente la pesca eccessiva ed illegale, che secondo i dati Fao produce un giro d’affari che varia tra i 10 e i 23 miliardi di dollari all’anno. Stando alle stime del WWF il 29% degli stock ittici nel mondo sono sovrasfruttati, e la percentuale sale nel Mar Mediterraneo dove si raggiungono picchi dell’80%. Ciò ovviamente ha delle conseguenze ambientali e faunistiche non di poco conto, ad esempio se si pensa al numero di meduse nel Mediterraneo, aumentato esponenzialmente negli ultimi dieci anni a causa della mancanza di pesci che si nutrono delle larve. Per continuare, a rischio è anche il più importante ecosistema marino per la biodiversità, ovvero la barriera corallina, messa sotto scacco principalmente da tre fattori: l’aumento della temperatura dell’acqua provocato dal surriscaldamento globale, il processo di acidificazione delle acque a causa della presenza di maggiore anidride carbonica e che comporta il danneggiamento dell’esoscheletro dei coralli, e per ultimo lo sbiancamento. L’innalzamento del livello del mare, tra le cinque minacce incombenti, è comportato dal riscaldamento terrestre che fa sciogliere i ghiacciai continentali. Già gli Stati insulari di Maldive e isole del Pacifico si sono visti a rischio, e addirittura alcuni atolli sono già stati sommersi dalle acque con danni per 1,3 miliardi di persone. Secondo un rapporto di Greenpeace, l’Artico si sta scaldando due volte più in fretta che qualsiasi altra regione del mondo, con possibili gravi ripercussioni sull’intero clima terrestre. Da ultimo, e non per importanza, sussiste il dramma delle trivellazioni nell’Artico. La zona è di particolare interesse per le compagnie petrolifere, che sono alla ricerca di idrocarburi alle alte latitudini. In questi territori dall’ecosistema delicato, qualsiasi incidente alle piattaforme di perforazione o agli oleodotti potrebbe comportare un vero e proprio disastro ambientale.
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