I droni hanno il potenziale per combattere la pesca illegale, ma finora sono usati solo raramente per farlo.
Con l’utilizzo di piccoli quadricotteri disponibili in commercio o di grandi droni, gli addetti al controllo della pesca hanno la possibilità di monitorare zone lontane, in oceano aperto. Nonostante questa prospettiva, ci sono solo pochi casi in cui i droni vengono utilizzati per monitorare la pesca illegale.
In Belize, i droni vengono utilizzati per monitorare l’Area Marina Protetta di Turneffe, integrando le piccole imbarcazioni che pattugliano l’atollo. Una compagnia di sicurezza tedesca, la Bbcom Secure, ha recentemente avanzato una proposta per utilizzare droni aerei senza pilota per sorvegliare le attività di pesca. I veicoli compenserebbero gli svantaggi insiti nell’uso dei sistemi di identificazione automatica (AIS) per combattere la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata monitorando le imbarcazioni direttamente tramite video.
Nelle Seychelles, il progetto FishGuard mira ad abbinare droni a lungo raggio con intelligenza artificiale per consentire loro di pattugliare vaste distese d’acqua con una minima supervisione umana. Lanciato per la prima volta nel 2018 con i 134.289 euro del Premio per la protezione marina della National Geographic Society, il progetto è una partnership tra la fondazione norvegese GRID-Arendal, la startup marocchina ATLAN Space e l’intelligence della pesca senza scopo di lucro Trygg Mat tracking.
In definitiva, il progetto FishGuard mira a dissuadere e prevenire la pesca illegale intorno alle piccole isole degli stati in via di sviluppo, che spesso hanno solo risorse limitate con cui pattugliare le loro enormi zone economiche esclusive, aumentando la capacità di controllo dei paesi attraverso tecnologie migliorate.
La zona economica esclusiva delle Seychelles, ad esempio, è di 1,3 milioni di chilometri quadrati. Le risorse per l’applicazione sono limitate, il che consente, secondo Valentin Emelin, che guida il programma di criminalità ambientale di GRID-Arendal, alla pesca illegale di sfuggire ai controlli.
Anche quando i pescatori locali denunciano attività di pesca illegali, le autorità di controllo spesso non possono rispondere in tempo prima che gli autori fuggano oltre il confine con la ZEE e le prove delle infrazioni raccolte dai pescatori locali sono spesso respinte dai tribunali.
GRID-Arendal sta lavorando su droni sia a corto che a lungo raggio. I droni ad ala fissa a lungo raggio possono volare per 10 ore o anche un giorno, sorvegliando e verificando che le navi nell’area stiano pescando legalmente, effettuando un controllo incrociato di un database di navi sospette. L’intelligenza artificiale sul drone gli consentirà di eseguire tali controlli automaticamente, mentre un operatore a terra è a disposizione per prendere il controllo manuale se necessario e ispezionare la nave. L’IA dei droni è attualmente in fase di addestramento tramite voli di calibrazione.
I quadricotteri più piccoli a corto raggio servono essenzialmente ad espandere la capacità delle motovedette di documentare attività illegali o avvertire le navi sospette tramite un altoparlante montato su drone.
La ONG Sea Shepherd Conservation Society impiega spesso piccoli droni dalle sue navi per identificare e documentare attività illegali e raccogliere informazioni. La maggior parte delle navi di Sea Shepherd hanno uno o due droni, di solito modelli facili da maneggiare.