Entro il 2050 il mondo avrà bisogno del 60 per cento in più di cibo per nutrire 9 miliardi di persone.
La produzione alimentare è già in aumento e in media vi è abbastanza cibo per tutti, sostiene James Anderson della University of Florida. Con la stagnante situazione delle catture dei pesci selvatici, il futuro aumento della produzione ittica è atteso dall’acquacoltura.
Entro il 2030, il 50 per cento del raccolto totale di pesce proverrà dall’acquacoltura. Gli allevamenti di tilapia e di gamberetti probabilmente aumenteranno del 90 per cento e la maggior parte dello sviluppo (circa 100 per cento di aumento) si registrerà in India, America Latina e Sud Est Asiatico.
Le previsioni lasciano intendere che la Cina consumerà il 40 per cento di tutto del pesce prodotto e i maggiori guadagni proverranno dalla produzione di molluschi.
A livello globale, secondo Anderson, è importante fornire le giuste informazioni ai consumatori circa il fatto che l’acquacoltura fa un uso efficiente delle risorse. I consumatori oltre a recepire il messaggio che mangiare pesce fa bene alla salute, dovranno anche comprenderne la convenienza e conoscerne i prezzi di mercato. Per supportare la crescita della produzione dell’acquacoltura, il dottor Anderson ritiene particolarmente importante riuscire ad avere prezzi stabili poiché, a suo avviso, le fluttuazioni dei prezzi rendono difficile lo sviluppo di un mercato.
Altro fattore importante secondo Anderson è il controllo delle malattie che possono contrarre i pesci d’allevamento. Per una crescita sostenibile dell’acquacoltura sarà necessaria una migliore gestione della malattia e della biosicurezza, un’ulteriore riduzione dei rifiuti, l’eliminazione delle frodi e il miglioramento dei rapporti con i gruppi ambientalisti.