Sulla base delle informazioni fornite dal Registro delle imprese delle Camere di commercio italiane, nel 2017 risultano attive, nel comparto della pesca e acquacoltura, 11.943 imprese. Tra queste, quelle che contribuiscono in misura maggiore al volume d’affari complessivo risultano, soprattutto, le imprese operanti nel comparto della pesca marina, che raggiungono il 50% del totale, seguite dagli operatori economici del comparto dell’acquacoltura marina (35%) e quelli dell’acquacoltura in acque dolci (14%). Infine, le imprese del comparto della pesca in acque dolci costituiscono appena l’1% del volume d’affari totale del settore.
Il 54% del volume prodotto è realizzato dalle imprese costituite in forma di società di capitale e cooperative, ciò nonostante esse rappresentano appena il 15% delle imprese del settore.
Le società di persone, invece, realizzano il 22% del volume d’affari complessivo mentre le imprese individuali il 23%. Queste ultime costituiscono la forma giuridica più diffusa nel settore rappresentando il 66% delle imprese in esso operanti.
A livello territoriale, gli operatori economici della pesca e dell’acquacoltura risultano concentrati, principalmente, nelle regioni del Nord-est (50%) e delle Isole (19%). Una quota ridotta di imprese opera, invece, nelle regioni del Sud (14%), del Centro Italia (13%) e del Nord-ovest (5%).
La loro specializzazione è, tuttavia, diversa, prevalendo l’attività dell’acquacoltura marina nelle regioni del Nord-est e quella della pesca marina nelle altre circoscrizioni geografiche.
Anche in termini di volume d’affari prodotto le realtà territoriali del Nord-est e delle Isole sono quelle che realizzano i valori più elevati. In particolare, in Veneto ed Emilia-Romagna risulta concentrato il 44% del volume d’affari del settore pesca, seguite dalla Sicilia (9%).
Quote importanti del volume d’affari totale sono, altresì, realizzate dalle imprese della Sardegna, delle Marche e della Puglia.
Questo è quanto emerge dall’annuario dell’agricoltura italiana, presentato dal Crea, riportante in questa edizione i dati relativi al 2017.
Per quanto riguarda il settore della pesca, nonostante il progressivo ridimensionamento della flotta, si registra un incremento del valore del pescato. Inoltre, l’Italia vanta un significativo aumento della qualità della produzione, testimoniata dall’incremento delle aziende con certificazione ISO, dalla crescita dell’acquacoltura biologica, la presenza di 2 DOP e 3 IGP, a cui si uniscono in ambito nazionale oltre 150 prodotti agro-alimentari tradizionali (3% del totale).