Si è tenuta ieri mattina presso la Commissione agricoltura e sviluppo rurale (COMAGRI), la prima audizione Pesca della nuova legislatura, nella quale l’Alleanza Cooperative Italiane (Agci Agrital, FedAgriPesca-Confcooperative e Legacoop Dip. Agroalimentare) ha presentato all’attenzione del Parlamento un documento con i principali aspetti nevralgici della filiera ittica, sia sul piano internazionale, sia su quello nazionale.
Numerosi gli aspetti sui quali l’Alleanza sollecita maggiore attenzione da parte delle Istituzioni, tra i quali:
– forte necessità di esercitare un maggiore “gioco di squadra” in sede comunitaria e su dossier di fondamentale importanza come i Piani di Gestione Multiannuali (MAP) in discussione (pesce azzurro in Adriatico) e appena presentati (risorse demersali in Mediterraneo Occidentale). Riguardo ai Piani, in particolare, forte preoccupazione è stata espressa per l’imminente applicazione integrale delle norme sull’obbligo di sbarco del prodotto sottotaglia e sull’accoglimento delle proposte alternative, già presentate dall’Amministrazione italiana a Bruxelles in linea con le raccomandazioni del Medac;
– sulla politica nazionale, è stato presentato un nutrito menu di priorità, dalla revisione del sistema sanzionatorio, alla necessità di una decisa semplificazione, alla gestione dei grandi pelagici (tonno e pesce spada), su cui è necessaria una regolamentazione più equa nelle catture con attenzione alla piccola pesca;
– aspetti relativi all’acquacoltura le cui misure di sostegno sono condizionate dal tema delle concessioni demaniali;
– carente sistema degli ammortizzatori sociali e riconoscimento del lavoro del pescatore come attività usurante;
– rafforzamento del Programma Nazionale Triennale della Pesca e dell’Acquacoltura;
– decisa accelerazione dei Fondi FEAMP (Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca). A questo proposito, è stata rilanciata la proposta di correzione di plafond e norme relative all’arresto temporaneo e definitivo.
Forte preoccupazione è stata espressa dall’Alleanza per la definizione dei nuovi SIC (Siti di Interesse Comunitario) marini che, sotto la pressione di una procedura d’infrazione, potrebbe precludere importanti zone di mare alla pesca italiana.
Ricordiamo che in Italia le attività connesse alla bio-economia marina, tra le quali la pesca e l’acquacoltura, contribuiscono per circa il 15% del fatturato e dei posti di lavoro all’attuale Economia Blu nazionale il cui valore stimato è di circa 43 miliardi di euro l’anno e 850.000 addetti. In termini di occupati, l’Italia è seconda in Europa per la pesca e la quarta per l’acquacoltura (VI Rapporto sull’Economia del Mare, Unioncamere, Roma, 2017).