Sarebbe da dire “Finalmente il Decreto che regola il fermo pesca 2018” ma, a guardar bene, questo ritardo e i periodi non coerenti con le esigenze delle Marinerie, ci troviamo difronte all’ennesimo pasticcio che accontenta i soliti noti e vanifica la valenza biologica cui l’arresto temporaneo dell’attività di pesca dovrebbe ispirarsi. Manfredonia e Molfetta alzano infatti la voce e monta la protesta.
In mare ci sono molti giovanili ed è un male aver ritardato i periodi di interruzione. È per questo motivo che i pescatori chiedono di anticipare i periodi allo scopo di evitare una strage.
“Già in tempi non sospetti – ha commentato il Presidente di UNCI Agroalimentare, Gennaro Scognamiglio – aveva paventato l’inefficacia di un fermo effettuato ad agosto perché in questi areali non produce alcun effetto benefico, ma alla fine tanto tuonò che piovve! Immancabilmente è arrivato l’ennesimo decreto che non tiene conto delle proposte della Ricerca né di quelle delle Associazioni che, presenti al tavolo voluto dalla Direzione Pesca, approvarono la bozza che fu loro proposta.”
“C’è da chiedersi cosa sia successo di così importante – ha concluso Scognamiglio – da dover stravolgere quello schema che approvammo. Ci attendiamo a questo punto una rapida rettifica dei calendari.”