Intervenuto alla riunione dei ministri Ue della pesca lo scorso 14 maggio, il Commissario Ue Karmenu Vella ha difeso la proposta dell’Esecutivo comunitario sul FEAMP, criticando alcuni suggerimenti contenuti nella proposta di Francia, Spagna e Italia.
“Quello che non possiamo fare è utilizzare i soldi dei contribuenti in un modo che metta a rischio la nostra politica comune, soprattutto minacciando gli sforzi per la conservazione del patrimonio ittico fatti finora,” ha detto il Commissario maltese.
Vella si è opposto al tentativo di ritornare a finanziare l’aumento di capacità delle flotte. A suo avviso, maggiori investimenti in nuovi pescherecci andrebbero a detrimento degli obiettivi di rendimento massimo sostenibile, meglio noti con l’acronimo inglese MSY, che consistono nella quantità massima di pesce catturabile in un periodo indefinito di tempo senza danneggiare lo stock.
Inoltre, ha aggiunto il commissario, tale aumento toglierebbe risorse ad altre aree ugualmente importanti come il miglioramento delle imbarcazioni e la selettività. “Il FEAMP che proponiamo offre alternative migliori ai giovani pescatori che comprare un’imbarcazione da 24 metri,” ha detto Vella.
L’Esecutivo Ue si oppone anche all’aumento del tasso di co-finanziamento, che i tre Paesi mediterranei avrebbero proposto di far passare dal 75 all’85%. Per Vella, “un tasso di cofinanziamento unico dell’80 per cento o dell’85 per cento, come alcuni di voi hanno sostenuto, non è giustificato per un settore che negli ultimi anni ha registrato profitti record.” Creerebbe, secondo la Commissione, una disparità tra la pesca e altri settori in cui l’investimento pubblico è inferiore.
“Ritengo che la proposta della Commissione offra il giusto equilibrio tra le reali esigenze di investimento del settore e il trattamento preferenziale necessario per alcune aree,” come quella della pesca costiera. A riguardo, tuttavia, la Commissione europea si è detta preoccupata per la richiesta di alcuni Stati membri di estendere la definizione di pesca costiera di piccola taglia. “La definizione proposta dalla Commissione – navi di lunghezza inferiore a 12 metri e che non utilizzano attrezzi trainati – comprende già 3 navi su 4,” ha detto Vella.
Anche alcuni Stati membri hanno espresso obiezioni sulla proposta dei tre Paesi mediterranei. Su tutti l’Olanda che, pur condividendone gli obiettivi generali, ha rigettato diversi punti della proposta, in particolare l’aumento del co-finanziamento. “Gli stati membri non devono dipendere esclusivamente dagli aiuti pubblici per raggiungere gli obiettivi del fondo, e per limitare i rischi di perturbazioni del mercato ittico c’è bisogno del contributo del settore privato,” ha detto il rappresentante olandese.
Inoltre, il governo dell’Aja è attualmente ai ferri corti con Parigi sulle questioni relative alla pesca, dopo che un’azione di lobby condotta da diversi gruppi di interesse francesi negli scorsi mesi è riuscita a bandire l’attività di pesca a impulsi elettrici, che era diventata particolarmente remunerativa per i pescherecci olandesi.
La posizione del Consiglio Ue sul FEAMP post-2020 dovrebbe essere approvata il prossimo mese dai ministri della pesca dei 28 Stati membri, mentre i negoziati con il Parlamento per l’adozione definitiva del Fondo partiranno il prossimo autunno.
Gerardo Fortuna
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