Tantissime specie di squali e razze sono regolarmente catturate in modo illegale da reti e palangari nel Mediterraneo. A causa della diffusione di tale fenomeno e alla mancanza di una gestione e di un controllo adeguati, nel Mediterraneo assistiamo, ogni anno, ad una vera e propria mattanza di squali che provoca danni enormi all’ecosistema marino.
Il Mediterraneo diviene uno dei luoghi più importanti per conoscere e tutelare il mondo degli squali e per rafforzare e difendere la biodiversità marina del nostro mare comune. Squali e razze sono indicatori fondamentali della salute degli oceani e i loro effetti sugli equilibri marini si estendono dalla superficie ai fondali più profondi. Inoltre, in molte zone del mondo rappresentano anche un’importante risorsa economica nel turismo.
Il 14 luglio si celebra la Giornata mondiale degli Squali, dedicata ai famosi predatori del mare, all’apice della catena alimentare che, come ricorda Legambiente, “si trovano oggi in uno stato di conservazione molto precario a causa dell’uomo”.
Secondo l’International Union for Conservation of Nature (IUCN), pur ricoprendo un ruolo importantissimo all’interno degli ecosistemi marini “oltre un terzo delle specie è minacciato”.
Nel Mediterraneo sono fortemente a rischio la metà delle 48 specie di squalo presenti.
In occasione della prossima Giornata mondiale degli Squali, la Stazione Zoologica Anton Dohrn ha presentato la prima mostra temporanea del Museo Darwin-Dohrn, intitolata “Squali del Mediterraneo”, un viaggio tra reperti delle collezioni storiche, repliche di esemplari attuali e fossili per conoscere il meraviglioso mondo degli squali e la necessità di proteggerli. La mostra è stata inaugurata a fine giugno, in un incontro introdotto da Roberto Danovaro, Presidente della Stazione Zoologica e incentrato sulla presentazione del focus “Squali del Mediterraneo e progetti di tutela della Stazione Zoologica Anton Dohrn” di Massimiliano Bottaro, autorevole esperto europeo di squali del Mediterraneo attivo soprattutto con il progetto Elife Life, finanziato dalla Comunità Europea per la tutela degli squali nel Mediterraneo.
La mostra ha consentito di osservare le repliche di tre squali fossili, nove squali mediterranei a grandezza naturale, 100 campioni storici di squali del Golfo di Napoli, 184 denti di Megalodonte e 2.500 denti di squali fossili. Si tratta di reperti di grande valore, molti dei quali raccolti in 150 anni di storia. Anton Dohrn si è occupato di squali sin dalla fondazione della stazione Zoologica e, dopo di lui, molti altri studiosi della Stazione Zoologica hanno lavorato e lavorano ancora oggi per comprendere e tutelare questi giganti del mare nel loro ambiente. Vittime di pesca illegale quasi ovunque e di pratiche come lo “spinnamento”, intrappolati per errore da reti derivanti e di fondo, affamati dalla competizione per le stesse risorse, gli squali vengono sterminati a migliaia.
La mostra “Squali del Mediterraneo” diviene un momento formativo e informativo per raccontare una narrazione diversa del rapporto tra squali e uomini e le ragioni per cui non solo tali animali non sono da temere, ma al contrario è fondamentale imparare a proteggerli e difenderli. Senza la loro presenza, infatti, gli oceani subirebbero danni ancora maggiori di quelli già in corso e impattanti dovuti al riscaldamento globale, all’eccesso di pesca, agli inquinanti e alla diffusione dell’inquinamento da plastiche.
Particolarmente importante per il Mediterraneo è il progetto Elife Life che si propone di favorire la conservazione degli squali in Italia, grazie allo studio e all’applicazione di strumenti alternativi di pesca, che consentano di limitare le catture accidentali e di aumentare la sopravvivenza degli squali pescati. In particolare, vengono studiati gli ami da pesca circolari da utilizzare nella pesca con i palangari e griglie di esclusione da utilizzare nella pesca a strascico, con la creazione di una banca dati che consente di aumentare le conoscenze su questi animali e favorendo lo scambio di informazioni.
Tutto il progetto trova compimento grazie alla stretta collaborazione con i pescatori, veri protagonisti delle attività di sperimentazione sul campo. Inoltre, una campagna nazionale di comunicazione e sensibilizzazione rivolta agli stakeholder e al grande pubblico consente di diffondere messaggi di conservazione, favorendo l’adozione di comportamenti sostenibili.
Nel Mar Mediterraneo, la pesca eccessiva dello squalo è principalmente dovuta a continue catture accessorie che si verificano generalmente durante attività di pesca indirizzate verso altri stock commerciali, si tratta principalmente di pesca costiera, che utilizza reti da traino demersali e reti da posta fisse.