In uno scenario quanto mai precario, arriva una buona notizia: globalmente i coralli godono di buona salute. A dirlo è uno studio pubblicato sulla rivista Nature, che riporta di dati elaborati da 39 scienziati provenienti da 34 centri di ricerca diversi, raccolti in 46 differenti Paesi e su 6mila aree studiate. Stando ai numeri, al mondo sono presenti 15 punti in cui le condizioni dei coralli sarebbero buone, o almeno superiori a quanto si possa pensare. Questi si trovano nelle Isole Salomone, in alcune zone dell’Indonesia e della Papua Nuova Guinea e delle Kiribati. Dato che può apparire ovvio ma non così scontato, è che la salute dei coralli è migliore laddove la popolazione locale è coinvolta attivamente nella tutela del mare e il suo sfruttamento è più attenuato. Un altro fattore fondamentale per la buona conservazione della barriera corallina è il sovrasfruttamento degli stock ittici. Sì, perché gli scienziati hanno evidenziato che la presenza di pesci è funzionale alla sopravvivenza dei coralli in quanto provvedono a tenere sotto controllo il proliferare delle alghe. Senza di loro, queste ultime crescerebbero in modo esteso rischiando di soffocare i coralli. Le zone più sfruttate, dove i coralli vivono una situazione di sofferenza sono quelle relative ai Mari Caraibici e la zona Indo-Pacifica.