Un gruppo di ricercatori del dipartimento di microbiologia dell’Università di Cadice (UCA), con a capo il professor Francisco Javier Fernández Acero, ha scoperto l’attività inibitoria sul tumore da parte di una proteina ricombinante estratta dalla microalga Nannochloropsis Gaditana.
Una prima fase della sperimentazione
Di fatto si tratta solo di una prima fase della sperimentazione dal momento che tutto si è limitato a studi preclinici in laboratorio ma, potrebbero esserci interessanti avanzamenti nella ricerca che permetterebbero la messa a punto di un farmaco in grado di bloccare la proliferazione delle cellule tumorali.
Gli studiosi hanno notato che l’uso della proteina UCA01 ricombinante immerge le cellule tumorali in un periodo di inattività mitotica (cioè paralizza la loro moltiplicazione o proliferazione), che impedisce la crescita del tumore e ciò per via di alcuni fattori: la sua capacità antiossidante, l’aumento dell’attività della proteina P53 e la protezione dalla degradazione dei mitocondri. Pertanto, è stato dimostrato per la prima volta che questa proteina, oltre a ridurre la crescita delle cellule tumorali, lo fa senza influenzare la crescita delle cellule non tumorali, dimostrando la sua specificità.
Università di Cadice
“Abbiamo raggiunto il 30 percento di inibizioni a concentrazioni minime di UCA01. Questa inibizione è anche direttamente proporzionale alla concentrazione di UCA01 testata nell’adenocarcinoma del colon, in modo che, con l’aumentare della concentrazione della proteina, aumentasse l’inibizione della crescita del tumore. Inoltre, ha mostrato la stessa efficacia contro il carcinoma epatico, senza un apparente effetto sulle cellule non tumorali ”, hanno fatto sapere dall’Università di Cadice.
Dall’Università sottolineano che c’è ancora una lunga strada da percorrere e anni di studi clinici fino a quando questa proteina potrà essere somministrata in pazienti affetti da cancro.
I risultati ottenuti da questo team scientifico sono stati il fulcro della tesi di dottorato di Rafael Carrasco Reinado e hanno portato alla richiesta di un brevetto per la protezione di questa scoperta nel territorio spagnolo.
Diverse le aziende farmaceutiche in Francia e Germania che hanno mostrato interesse nello sviluppo di questo possibile trattamento antitumorale.